“Mi chiamo ***, ho *** anni, e vivo a Milano.”
“Ma preferisco che i miei dati non compaiano nella vostra intervista, dovendo accennare ad alcuni fatti personali.”
“Il mio approccio con il sesso è iniziato a tredici anni con la masturbazione. Neanche tanto precoce, a sentire i miei amici che avevano iniziato qualche anno prima. Quando ho iniziato a sentire le prime inibizioni, non capivo bene cosa mi stesse succedendo. Riuscii a capire meglio vedendo per la prima volta un film porno su internet. La necessità di trovare una ragazza è giunta un annetto dopo: stanco di masturbarmi, ci masturbavamo a vicenda. Fu bello, ma dopo un po’ non mi bastava più. Non eravamo innamorati. Ci piacevamo soltanto, e probabilmente anche lei doveva essere stanca di masturbarsi. Una volta mi confessò di essersi masturbata più di dieci volte in un giorno pensando a me. I miei coetanei erano già al loro primo rapporto sessuale. Anch’io volevo mettermi alla pari con loro, come gareggiare in un gioco. Ma poi il gioco divenne un’esigenza, e l’esigenza il mio attuale lavoro. E come ogni gioco, quando volge al termine si cambia partner. Non volevo ancora imbarcarmi in una relazione seria: non mi avrebbe permesso di fare altre esperienze. E soprattutto non avrei mai capito la mia inclinazione verso il sesso, quello etero intendo. Non sono bisex, ci tengo a specificarlo.”
“In età più adulta, verso i ventidue, avevo già intuito che la mia strada sarebbe stata quella del gigolò. Troppi impulsi e troppa masturbazione. Una ragazza non mi bastava. Non avendo un ideale di donna, nel senso che mi piacciono tutte, ero sempre in costante ricerca, anche se non avevo ancora idea di cosa si trattasse di preciso essere un gigolò. Continuavo ad andare in palestra, a frequentare i miei vecchi amici, ma allo stesso tempo sentivo l’esigenza di voler cambiare. Smembrarmi di questa pelle per indossarne una nuova. Attualmente sono gigolò da sei anni, ed ho un rapporto meraviglioso da due anni con la mia attuale ragazza che, ahimè, non sa ancora nulla del mio vero lavoro. Non so come andrà a finire quando glielo dirò, o sarà lei a scoprirlo. Non sono ancora pronto per una confessione completa. Credo che però lei abbia intuito qualcosa. Una volta lei mi accennò di una sua fantasia: quella di voler fare sesso con me ed altre donne. Ed io stupidamente le chiesi del perché non anche con più uomini. Lei si indispettì, e non fece più cenno a questo argomento. Si era sentita come messa in vendita dal proprio uomo. Per questo penso che abbia in qualche modo intuito qualcosa del mio lavoro, anche per via degli orari flessibili. A volte sparisco per giorni senza rispondere ai suoi messaggi inventandomi delle riunioni. Non so se crede ancora che sia un manager dell’informatica. Se lo fossi davvero non potrei andare in giro con l’auto e gli abiti firmati che ho. Il lavoro di manager, per quanto possa essere remunerativo, non ti permette di arrivare ad alti guadagni come quello del gigolò.”
“E se la tua donna un giorno ti chiedesse di avere un figlio?”
“Il desiderio di diventare padre ancora non mi affascina. Sono ancora troppo giovane per intraprendere questa strada. Non so cosa significhi essere un padre. Sarei costretto a cambiare lavoro, che adesso non voglio. Ce lo vedreste un padre con un lavoro come il mio? Voglio ancora fare sesso e masturbarmi quanto voglio. Non mi stanco mai. Riesco ad avere un’erezione al solo vedere una ragazza che fa shopping mi piace, anche se poi non riesco ad approcciarla. C’è una cosa che dovete rendervi conto e che molti non sanno: posso essere piacevole, posso essere un grande amatore con le mie clienti, però non è detto che riesca a portarmi a letto tutte le donne che voglio. È la ragazza comune, quella che vedo per strada tutti i giorni, che più mi intriga. Ma magari è proprio con lei che non riesco nel mio intento.”
“Sei consenziente alla legalizzazione del tuo mestiere? Tasse a parte, si parlerebbe di igiene e sicurezza.”
“Inutile dire di sì. È ovvio. Ma siamo in Italia: tra il Papa e la gente perbenista che preferisce relegare la legalizzazione della prostituzione con il favoreggiamento, non potrà mai accadere. Poi si lamentano del lavoro nero e degli evasori fiscali. Siamo veramente ridicoli. Trovatemi un politico che voglia davvero debellare la prostituzione: nessuno lo voterebbe.”
“Hai mai pensato al porno? Cioè diventare un attore per produzioni amatoriali che ti permettono di nascondere il viso, o a quelle di un certo budget e serietà professionale?”
“No. Neanche con l’uso di una mascherina o con un effetto in post-produzione per coprire il volto. La mia intimità deve necessariamente rimanere tra quattro mura. Una volta una cliente mi chiese di essere ripresa durante un nostro amplesso. Me ne andai. Avevo paura che avesse nascosto qualche telecamera.”
“Perché secondo te molti gigolò amano non mettere le loro foto reali sui siti?”
“Le mie sono reali. La mia ragazza non gira su questi siti. Non fa parte dell’educazione inculcatale. Credo che molti non lo facciano per paura di essere riconosciuti nella vita di tutti i giorni, o dalla loro ragazza. Non dimentichiamoci poi dei parenti ed amici. Anche loro contribuiscono a farci sentire degli alieni. I miei non sanno nulla del mio lavoro. Ho paura che possano compromettermi tutto, quando magari un giorno sarò io a decidere che tutto finisca. Non è neanche giusto però che una cliente si ritrovi con un uomo che non è quello contattato in foto.”
“Il 25 novembre è stata la giornata antiviolenza sulle donne. Pensi che davvero possa bastare una semplice onorificenza per fronteggiare il problema?”
(Ride) “Il problema si risolverebbe se ci fosse più informazione corretta e meno proibizionismo. Ciò implicherebbe una maggiore cultura e educazione nel rispetto della donna. Ribadisco che mi piacciono le donne, e mi piace il mio lavoro. Ma non ho mai costretto alcuna donna ad un rapporto sessuale non consenziente.”
Anche a lui mostro il mio libro Roberto Malone, ovvero Storia di un porcospino italiano, di illustri madrigali e copriletti infuocati, invitandolo a leggere dalla pagina 19 alla 27, le stesse per la escort. Gli do alcuni input. Poi mi allontano lasciando che si immerga nella lettura.
Esce dalla stanza dopo una ventina di minuti guardandomi perplesso.
“Mi piace. Non ha niente a che vedere con i film porno odierni. Si respira aria di retrò.”
Poi mi chiede di parlargliene in po’ più approfonditamente: trama, intrecci, aneddoti curiosi, ecc. E mi domanda:
“Hai intenzione di farci un film? Io ci sto a fare la parte di Malone da giovane.”
Sorrido spensieratamente, pensando che la sua faccia sarebbe un match alquanto riuscito con quella di Roberto Malone da giovane.
“Purtroppo per ora nessuno sembra essere interessato a farci un film, Roberto Malone compreso, che non so neanche se l’ha letta.”
Mi sorride, ci salutiamo amichevolmente string