Un complice inaspettato!



Mi chiamo Francesco, ho 28 anni e sono sposato con Manuela che ha la mia stessa età. Sono abbastanza alto, snello, dagli occhi scuri e capelli neri. Manuela è una bella ragazza, più bassa di me, ed anche lei capelli neri e lunghi, occhi scuri e grandi, un bel viso tondo ed una bocca dalle labbra carnose. Il seno è abbondante: una 4° piena! Le gambe non sono molto lunghe, ma snelle al cui culmine sfociano in un culetto abbastanza tondo e sodo. Siamo sposati da due anni. Fra di noi vi è una perfetta intesa sessuale. Quando ci siam conosciuti, avevamo entrambi fatto le nostre esperienze e lei ha apprezzato di me, oltre a possedere una buona dotazione, anche il fatto che la facevo goder bene ed a lungo e che son di larghe vedute. Nel nostro rapporto vi è molta complicità: mi piace esibirla ed a lei questo piace ed eccita tantissimo, così da predisporci ad una sonora scopata, fino allo stremo. Mi piace quando si veste in maniera seducente, provocando i maschi, specie quelli giovani, che strabuzzano gli occhi sorpresi nel vedere il pizzo delle autoreggenti o il colore del suo perizoma. Fino ad oggi, avevamo solo giocato senza ma andare oltre la provocazione, anche se a me fosse piaciuto lo step successivo, in cui lei avesse mostrato meno indecisione. Conoscendo il suo carattere, preferivo aspettare il momento propizio e sono sicuro che, quando arriverà, sarà qualcosa di sconvolgente. Lei lavora nel negozio di abbigliamento e sartoria di sua cugina, mentre io sono impiegato come ragioniere in una ditta di impor/export. Il mio titolare è un uomo molto importante, carismatico ed autoritario. Carlo, questo è il suo nome, è un quarantacinquenne scapolo, molto ambito dalla fauna femminile, al punto da cambiarne una a settimana e, a volte, anche con maggior frequenza.
Un sabato di un po’ di tempo fa, eravamo pronti per uscire: avevamo in programma una cena e poi andare a ballare in qualche discoteca. Manuela si era preparata alla grande con la sua minigonna nera, che le copriva a malapena il sedere; completavano l’outfit, calze autoreggenti senza mutandine ed una maglietta attillata senza reggiseno, che disegnava i suoi ampi seni. Ero molto eccitato al solo pensiero di quanti cazzi avrebbe fatto rizzare. Improvvisamente mi squilla il cellulare. Dal numero, mi accorgo che è il mio datore di lavoro.
«Buona sera, Francesco, sono Carlo. Comprendo che è molto insolito disturbarla a quest’ora e, per di più, di sabato, ma vorrei chiederle una piccola cortesia.»

Manuela mi guarda un po’ scocciata, io invece sono molto disponibile ad assecondarlo, perché proprio il giorno prima ho scoperto che il mio capufficio andrà in pensione e, avendo io i requisiti giusti aspirerei a quel posto.
«Nessuno disturbo, signor Carlo, mi dica come posso esserle di aiuto.»
Una volta avuta la mia disponibilità, mi chiede:
«Sarebbe così gentile da passare in ufficio e recuperare dalla cassaforte il fascicolo denominato “Pandora”? La combinazione non è un problema, perché quando sarà a destinazione, gliela invio ed avverto il custode che la dovrà accompagnare ed assistere. Dopo di che, me lo dovrebbe portare a casa. Grazie.»
Manuela mi guarda delusa. Io sorrido e le prometto che non faremo tardi. In pochi minuti, andiamo in azienda, il custode mi scorta in ufficio, prendo quello che serve e me ne vado. Giunto a destinazione, mi trovo davanti al cancello di una splendida villa e la sua finezza incuriosisce anche Manuela.
«Accidenti, amore! Questa sì che è una casa!»
Una volta alla villa, dopo aver percorso un bel viale alberato, trovo lui sulle scale dell’ingresso principale che mi aspetta. Viene verso di me e, quando si avvicina all’auto e vede Manuela, la guarda senza dir nulla. Io gli consegno il fascicolo, ma lui è chiaramente affascinato da mia moglie.
«Grazie, Francesco. Perché non entrate a prendere un drink? Dai, che non vi sottrarrò altro tempo.»
Lui parla rivolto a me, ma guarda lei, che fissa lui. Anche lei sembra davvero affascinata dalla sua personalità. Sto per rifiutare, quando Manuela scende dall’auto e, nel farlo, gli mostra lo splendido spettacolo delle sue cosce e, forse, anche il fatto che non indossa intimo, sotto.
«Lei dev’essere la sua signora, immagino? Piacere, Carlo.»
Manuela gli stringe la mano e poi, dopo essersi presentata, continua a tenergli la mano ed insieme entrano in casa, mentre io li seguo senza dir nulla. Entrati in casa, ci troviamo immersi nel lusso. Mobil stupendi, quadri di gran pregio e lui che si muove con lei sempre al fianco. Raggiungiamo il suo studio e lui la invita a sedersi su di un divano in pelle nera stupendo. Intorno a noi, libri e soprammobili vari e, forse, anche di valore. Al telefono, parla in inglese con uno sconosciuto interlocutore a proposito dei documenti che gli ho portato e sembra che concluda un affare molto vantaggioso ed importante.
«Perfetto! Ho appena concluso un importantissimo affare con una ditta posta all’altro capo del mondo, per questo mi servivano questi documenti e, grazie a te, Francesco, e alla tua meravigliosa signora, che è stata di buon auspicio, tutto è andato alla perfezione. Dobbiamo festeggiare.»
Ci trasferiamo nel salone, prende una bottiglia di una rinomata marca di prosecco, la stappa e ne riempie tre flûte dal gambo lungo, porgendone uno ciascuno a noi e poi, sollevando il suo, con un sorriso e mentre continua ad osservare Manuela:
«A noi ed a questo momento speciale!»
Lei lo guarda con occhi languidi, da vera maliarda e lo provoca un poco avvicinandosi di più a lui, che la sta spogliando con gli occhi.
«La ringrazio, ma non credo di portar fortuna. Sicuramente è la prima volta che me lo dicono.»
Lui la fa accomodare accanto a sé, poi le riempie di nuovo il bicchiere. Lei, con fare civettuolo, gli fa notare che non è il caso di ubriacarsi, perché la serata è ancora lunga. Egli allora ci chiede dove eravamo diretti e, quando scopre che volevamo andare a ballare, si alza in piedi, apre un piccolo mobile e accende un impianto wi-fi bellissimo. Invita Manuela e scegliere il genere musicale e lei, con occhi affascianti, lo provoca ancora un po’.
«Mi piace molto la musica sudamericana.»
Senza aggiunger altro, nella sala si diffondono i ritmi richiesti e balla con lei che si diverte, in ogni occasione, a stuzzicarlo. Lui sta al gioco e, fra un brindisi e l’altro, ed una samba e l’altra, mi rendo conto che lui si è eccitato. Anche lei sembra divertirsi molto e, ad un tratto, lui mi chiede di andare in cucina a prendere un’altra bottiglia. Eseguo e, quando torno, prima di entrare sbircio attraverso lo stipite della porta, per veder se fosse successo qualcosa. Ho visto mia moglie seduta sulla poltrona con le gambe leggermente divaricate e Carlo sul divano, di fronte a lei, mentre parlavano lui la guardava insistentemente fra le gambe. Ho deciso di rientrare nel salone e, quando son arrivato, Manuela mi ha chiesto se mi sentivo deluso per non esser andati in discoteca. Ho notato con quanto interesse guardava Carlo e mi son reso conto che questa poteva rappresentare la grande occasione e l’ho colta.
«Non mi sembra che le cose stiano andando diversamente da quanto preventivato. Sicuramente hai in mente qualcosa ed io non vedo l’ora di assistere allo spettacolo! Dai, divertiti e fa divertire anche me e lui!»

Manuela si è girata verso di lui e, con fare malizioso ha sorriso ad entrambi; poi, con una voce da maliarda, ha sussurrato che, se era uno spettacolo che volevo, allora me ne avrebbe offerto uno. Mi son seduto sul divano, mentre lei era in piedi davanti a Carlo e, a suon di musica, seguendo il ritmo, ha sollevato lentamente la maglietta, facendo fuoruscire i suoi abbondanti seni che, da soli, erano pur sempre uno spettacolo. Con i seni, son saltati in tutta la loro concupiscenza i grossi capezzoli duri. Carlo ha sorriso e si è girato verso di me; ho stretto le spalle ed ho alzato le braccia in segno di resa.
«Lei è fatta così. Quando decide di far una cosa, non è facile farle cambiare idea. Hai già visto la sua figa? Sicuramente anche quella è un bello spettacolo.»
Senza aggiungere altro, ho visto Manuela che ha iniziato a muoversi con grazia, lentamente, in maniera sinuosa ed ha iniziato ad ondeggiare davanti a Carlo, poi si è avvicinata a lui e gli ha sbattuto i seni in faccia. Lui appariva molto compiaciuto, ha sollevato entrambe le mani e, afferrati i seni, ha stretto i capezzoli tra le dita. Lei ha iniziato a gemere di piacere. Mentre la guardavo, il mio cuore batteva velocemente, anticipando con la mente quello che fra poco sarebbe successo; il mio cazzo si stava gonfiando nei pantaloni e tutto sembrava mi appariva come in un sogno. Ero nella casa del mio capo, un uomo molto rigido e scrupoloso sul lavoro, eppure ora era qui, davanti a me, e stava torturando i capezzoli di mia moglie: dentro di me mi domandavo come sarebbe andata a finire. Non ho dovuto aspettare molto. Si è sollevato in piedi e, dopo aver abbracciato Manuela, l’ha baciata, stringendola forte a sé. Nel breve attimo in cui si è sollevato, ho visto il suo pacco voluminoso gonfiare il tessuto dei suoi pantaloni e, sicuramente, ora che stringeva mia moglie fra le braccia, lei aveva l’esatta percezione di quanto fosse grosso e voluminoso. Senza neanche preoccuparsi per me, appena si sono staccati, restando comunque abbracciati, si son avviati oltre la porta del salone e, dopo aver percorso un corridoio, lui l’ha fatta entrare in una camera. Io li seguivo come un automa. Dentro di me, si alternavano sensazioni contrastanti. Un misto di gelosia e, nello stesso tempo, l’immenso piacere nel vedere che quest’uomo, così potente, ora era completamente preso dalle grazie di mia moglie. Era una questione di profondo orgoglio e, nello stesso tempo, ero sconvolto da quanto immaginavo potesse seguire. Appena entrata nella camera, Manuela era già nuda e, seduta sul letto, con lui che si era sfilato pantaloni e boxer e stava ancora provvedendo a togliersi la camicia, aveva già iniziato a dare una buona succhiata al suo cazzo. Manuela era seduta sul bordo del letto con le tette esposte e a figa nuda e bagnata. Quando mi son avvicinato di lato, ho potuto notare la splendida verga che mia moglie, con estrema perizia, si infilava in gola. Si trattava di un bell’arnese, lungo e grosso, sormontato da una cappella che lei non lesinava a leccare, strappando al proprietario gemiti di piacere.
«Brava! Sei un’ottima pompinara! Così, ingoialo tutto!»
Sbalordito ed eccitato, mi son avvicinato lentamente per dare un’occhiata più da vicino, mentre la testa di mia moglie oscillava su e giù lungo l’asta. Che spettacolo vedere la sua lingua che, di tanto in tanto, si muoveva intorno alla punta, quando veniva su per prender aria. Ho iniziato a spogliarmi, ma Carlo si è chinato e le ha sussurrato qualcosa all’orecchio; lei mi ha guardato per un istante ed ha sorriso con il suo cazzo in bocca. Ha succhiato per un altro paio di minuti, poi, con tono determinato, ha dato un ordine preciso.
«Non ti spogliare! Questa sera non ti faccio scopare! Questa sera sarò solo sua! Al massimo puoi sederti su quella poltrona e masturbarti lentamente, aspettando i nostri ordini!»
L’ho guardata e, stranamente, non ero arrabbiato, anzi ho avuto emozioni contrastanti nel sentirmi dire tutto questo, dal momento che guardare era ciò che mi piaceva fare. Ubbidiente mi son seduto ed ho tirato fuori il cazzo, che era durissimo. Mi segavo lentamente, mentre lui continuava a gustarsi la bocca di mia moglie che ora lambiva, con la lingua, anche le palle e scendeva giù, fino al culo. Per agevolare questo movimento, lui aveva sollevato la gamba destra e l’aveva appoggiata sul bordo del letto. Ero un po’ dispiaciuto, perché a me questo trattamento mia moglie non l’aveva mai fatto. Soddisfatto dalle cure ricevute, Carlo l’ha spinta sul letto a cosce aperte e si è inginocchiato davanti alla sua fica.
«Brava, puttanella! Hai dimostrato di esser una splendida succhiacazzi ed ora ti faccio sentire come piace a me far godere una donna che soddisfa le mie aspettative.»
Ha incollato la bocca alle labbra della fica di Manuela ed ha cominciato a leccarla facendola ben presto godere.
«Sei meraviglioso! Bravissimo, continua! Mi fai impazzire! Se mi stringi il clitoride fra i denti, mi fai morire! Dai, che vengo! Ancora, vengo! Vengo!»
Il suo corpo ha preso a sobbalzare, scosso da un’ondata di piacere. Teneva entrambe le mani appoggiate sul capo di Carlo, quasi ad impedirgli di staccare la bocca dalla sua ostrica profumata, da cui sgorgava nettare a profusione, che lui aspirava e raccoglieva senza perder una sola goccia. Dopo essersi goduto a lungo gli umori di mia moglie, lui ha preso a risalire il suo corpo, insistendo a baciarle prima l’ombelico, poi su, fino ai seni. Le sue labbra hanno afferrato i capezzoli e lei ha continuato a gemere. Anche in questo caso lei gli teneva le mani strette intorno alla testa e, quando lui le ha morso i capezzoli, lei lo ha stretto forte a sé e poi, con entrambe le mani, ha trascinato il suo volto, fino alla bocca, baciandolo e stringendolo forte a sé. In quello stesso istante, lui, con un movimento del bacino, sicuramente le entrato dentro, perché lei ha inarcato il corpo e sollevato ancora più le gambe, fino ad appoggiar i piedi sui glutei di lui, che si stava spingendo dentro di lei, fino in fondo.
«Fantastico! Ti sento tutto dentro! Mi sfondi! Sei enorme! Dai, scopami! Fammi impazzire!»
Ho dovuto smettere di segarmi, perché rischiavo di sborrare. Veder lei sparire sotto la possente mole di lui che, ora, con movimenti lenti ma poderosi, la pompava con estremo vigore. Ha iniziato a godere di un orgasmo dopo l’altro e lui, ogni volta, le lasciava il tempo di gustare appieno il piacere provato. Hanno cambiato posizione diverse volte. L’ha scopata da dietro, tenendola per i fianchi e costringendola ad inarcare il corpo per ogni affondo che le dava, mentre lei urlava nel sentirsi letteralmente sventrata. Poi l’ha scopata ancora con lei sdraiata di lato ed ho potuto ammirare quella grossa verga entrare ed uscire dalla fica di mia moglie. Lui le teneva la gamba sollevata, proprio per farmi vedere con quanto vigore la stava scopando. Ha urlato di piacere ogni volta che ha cambiato posizione ed io prendevo atto che lui la stava chiavando ormai da un tempo infinito. Lei, stremata, ad un certo punto l’ha implorato di sborrare.
«Dai, vieni! Fammi sentire il tuo seme che mi riempie il ventre. Dai, ti voglio! Sborrami dentro!»
Lui è rimasto un attimo a guardarla, poi si è girato verso di me e, con un cenno del capo, mi ha invitato ad avvicinarmi. Mi son inginocchiato sul letto vicino a lei e lui, dopo averle dato un ennesimo bacio in bocca, si è girato verso di me e mi ha impartito un ordine preciso.
«Inculala! Voglio che le apra il culo e vi sborri dentro il più in fretta possibile? È una troia insaziabile, una vera amante del cazzo e me la voglio godere anche in quel buco!»
Io ho avuto un attimo di esitazione, perché conosco Manuela e so che lo prende nel culo, ma, a farlo, vuole che la si prepari con cura, perché ha qualche difficoltà ad accogliere il mio cazzo, quindi come immaginare di permettere a lui di sfondarle il culo con l’enorme verga che si ritrova? Mentre ero preso da questa riflessione, Manuela mi ha dato uno schiaffo in faccia riportandomi alla realtà.
«Cornuto di merda! Hai sentito cosa ti ha detto? Mi devi fare il culo con il tuo cazzo e sborrare in fretta per lubrificarlo a dovere! Cosa stai aspettando? Muoviti! Cornuto!»
Si è messa prona, inginocchiata davanti a me, con le mani sulle chiappe per aprirle e permettermi di penetrarle nel culo. Mi son abbassato, le ho fatto colare un po’ di saliva sul foro, poi, lentamente, ho spinto il mio cazzo dentro di lei. L’ho sentita gemere e subito, afferrati fianchi, ho preso a scoparla a ritmo accelerato. Nel frattempo lei continuava a succhiare e leccare il cazzo di Carlo, che a me sembrava ancor più grosso.
«Guarda, Francesco, osserva come questa donna adora il cazzo! Questa è una vera e propria sacerdotessa del dio Priapo! Guarda come lo venera! Lo adora, è proprio una troia molto appassionata!»
Vedere Manuela intenta a lucidare quell’enorme verga, mi ha fatto raggiungere velocemente l’orgasmo. Le ho sborrato in culo e poi, lentamente, mi son sfilato; lei si è girata ed ha offerto a lui il culo, da cui faceva capolino un rivolo di sborra bianca. Appoggiata con il viso sul materasso e con entrambe le mani ad aprire il culo, si è rivolta a lui e lo ha esortato a sfondarle anche quel buco.
«Dai, aprimi anche il culo! Completa l’opera! Fa vedere a questo cornuto di merda come si sfonda il culo di una donna!»
Lui ha appoggiato la cappella contro le grinze di quel buchetto e, dopo averla afferrata per i fianchi, con due spinte decise, ha infilato quella lunga verga tutta nel culo di mia moglie.
«Ahhiiiaa! Sì, spaccami il culo! Me lo stai sfondando! Ho male, ma, nello stesso tempo, mi piace, è bellissimo!»
Lui è rimasto un lungo istante immobile piantato dentro di lei, poi si è girato verso di me e mi ha dato un ordine perentorio.
«Renditi utile! Sdraiati sotto di lei e leccale la fica, così il piacere andrà ad attenuare il dolore che le procura il mio cazzo nel culo!»
Senza nessuna esitazione, ho fatto quanto mi è stato chiesto e, dalla mia posizione privilegiata, potevo vedere quella verga enorme entrare/uscire e sfondare alla buon’ora il culo di mia moglie. Leccavo avidamente e, spesso, mi ritrovavo in faccia le sue grosse palle da toro che, ad ogni affondo, sembravano più grosse. Lei ha avuto un orgasmo anche di culo.
«Dai, così! Continua! Ora mi piace! Lo sento anche nello stomaco! Dai, sborrami nel culo! Riempimi tutta!»

Lui ha continuato a stantuffarla sempre più velocemente, poi, d’un tratto, è rimasto immobile, con oltre la metà del cazzo piantato dentro di lei. Ho visto i suoi muscoli contrarsi e ho realizzato che, in quel momento, le stava riversando in culo una copiosa sborrata. Lei lo ha percepito e ha iniziato a godere ancor di più.
«Sì, ti sento! Mi stai facendo un clistere di sborra!»
Lui, di punto in bianco, si è sfilato. La sua grossa verga, nell’uscire, ha lasciato aperto il foro di mia moglie, da cui è iniziata colare la sborra ed io che ero bloccato sotto di lei, mi son ritrovato la faccia ricoperta del suo seme, anche perché continuava a schizzare sborra sulla schiena e sul culo di Manuela. Sembrava inesauribile, un vero idrante di sborra e lei si è girata e, dopo aver aperto la bocca, ha ricevuto lì gli ultimi schizzi.
«Ancora! Sborrami addosso, ancora!»
Si è distesa e lui, che era inginocchiato di lato a lei, ha lasciato che la sua bocca avida andasse a raccogliere le ultime gocce che sgorgavano da quella verga, che sembrava non aver perso molto del suo vigore. Lui si è sdraiato supino e lei ha continuato a leccare e succhiare il cazzo, facendolo godere ancora.
«Sei una troia impareggiabile! Se continui a tenere il mio cazzo in bocca, finisce che sborro ancora!»
Lei ha sorriso a bocca piena e poi ha continuato a leccare e succhiare quella grossa verga, che sembrava proprio non volerne sapere di cedere. Lo ha leccato e succhiato per una decina di minuti e lui, a quel punto, ha sorriso e, compiaciuto, l’ha fatta distendere supina e, dopo averle chiesto di star sollevata, appoggiata sui gomiti ed a bocca aperta, si è inginocchiato davanti a lei e, con il cazzo fra le mani, ha preso a segarsi velocemente.
«Eccomi TROIA! Adesso ti faccio vedere cosa significa fare una maschera di sborra!»
Improvvisamente ha cominciato a schizzare getti di seme sul viso di Manuela, fino quasi a ricoprirlo completamente. Era inesauribile. La sborra che colava lungo il mento sulle tette di mia moglie e lei che, a bocca aperta, cercava di raccoglierne il più possibile. Dopo aver lanciato l’ultimo schizzo, lei si è allungata in avanti e, con la punta della lingua, è andata raccogliere l’ultima goccia di sborra che ancora colava da quella grossa verga. Solo allora, lui si è sdraiato accanto a lei, con le spalle appoggiate alla testiera del letto, ha sollevato la mano e con le dita ha spalmato la crema sul viso di Manuela e, poi, giù lungo il collo, fino ai seni ed al ventre. Lei lo guardava estasiata. Io, senza neanche rendermene conto, mi ero sborrato addosso. Siamo rimasti un lungo istante in silenzio, poi è stato lui che ci ha guardato in faccia entrambi ed ha esordito:
«Sul lavoro non cambia nulla, anzi, presto per te un cambiamento ci sarà, ma non è dovuto a quanto successo oggi: è solo frutto delle tue capacità. Nella vita privata, vorrei che voi due prendeste in considerazione l’ipotesi di accogliermi fra di voi. Questa sera ho trovato finalmente la donna che andavo cercando. La femmina calda e troia che amasse il cazzo per il gusto, il piacere di sentirsi possedere e non perché volesse scopare con me per quello che rappresento e l’ingente capitale che possiedo. Manuela, sei una impareggiabile puttana, la troia meravigliosa che vorrei sempre il mio fianco, ma sono anche consapevole che sei sua moglie ed è per questo che per il rispetto che nutro nei tuoi confronti e anche nei suoi, vi chiedo di potermi accogliere fra di voi come amico intimo, come compagno dei vostri giochi.»
Manuela si è girata verso di me ed ho visto i suoi occhi che brillavano di gioia, poi ha messo un braccio intorno al mio collo e l’altro intorno al suo ed ha avvicinato le nostre guance alle sue, ancora ricoperte della sborra di Carlo.
«Vi amo tutti e due! In modo diverso, ma di uguale intensità; sento che, per voi, due provo davvero lo stesso sentimento. A te, Francesco, ho dedicato il mio cuore e sei la luce dei miei occhi. In te, Carlo, ho trovato il compagno, il complice, il porco che ha saputo far esprimere la mia vera personalità, la mia lussuria e mi hai portato ad esser così libertina, da poter godere i piaceri del sesso in maniera illimitata. Con te, Carlo, questa sera ho scoperto cosa significa godere. Non che mi lamenti di lui, ma tu sei ad un livello così alto che non avevo mai pensato di poter raggiungere. Mi piacerebbe molto che Francesco accettasse di averti insieme a noi e, personalmente, penso che sarebbe la cosa più bella del mondo!»
E così è stato. Son diventato sul lavoro il suo consigliere fidato, con grado e stipendio molto alto. Nella coppia, sono il loro complice, perché, seppur Manuela non fa distinzioni, in realtà mi rendo conto che quello che prova con lui è di gran lunga superiore a quello che io riesco a farle provare.
Sentirla godere fra le sue braccia e vedere con quanto ardore e vigore lui la sfonda e farcisce in ogni buco, mi fa impazzire di piacere, perché era esattamente quello che avevo sempre desiderato.
Ora però, dentro di me, si sta creando un piccolo dilemma: lui la vorrebbe ingravidare. Ed io? Glielo permetterò? Chissà.

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