Mi chiamo Marina, ho 29 anni, sono di media statura, mora, occhi neri, fisico morbido, ma non grasso, una bella quarta di seno, un bel culo alto e sodo, che sormonta due cosce snelle e ben tornite. Da sei annui son sposata con Mattia, coetaneo, alto quanto me, moro fisico snello, insomma siamo una coppia come tante, che lavorano e si divertono quando possono, senza crearsi tanti problemi. A letto, Mattia non è il massimo, mentre io vengo da un passato piuttosto libertino, fatto di scopate e bocchini elargiti soprattutto in gioventù, ma poi, da quando mi son legata a lui, non l’ho più fatto, ho voluto esser leale nei suoi confronti, anche se il sesso che facevo allora, mi manca molto e mi dava molte soddisfazioni. Mi piacevano i cazzi duri e molto resistenti, se poi erano anche grossi, erano sempre ben accetti. Invece con Mattia il sesso si esaurisce dopo soli dieci, massimo, quindici minuti. Sapevo che lui era così e l’ho accettato, perché il sentimento che provavo allora e provo ancora oggi, non mi stimola a tradirlo, sebbene, di recente, ha preso a farmi dei discorsi strani sul sesso fatto con altri. Io, quando me lo ha detto, l’ho guardato con espressione davvero sorpresa ed interrogativa, ma, nello stesso tempo, molto preoccupata.
«Ma stai scherzando? Dico: non ci riesce di farlo fra noi, se non qualche volta proprio quando la voglia ci divora, e tu vorresti aggiungere altre persone nei nostri amplessi? Secondo me stai dando di matto! Il caldo ti ha dato alla testa!»
Poi, eri sera, Mattia mi chiama a casa, dopo la sua classica giornata di lavoro, e mi chiede di preparare due cosette da mangiare al volo per cena, perché più tardi sarebbero passati da noi Nico, Fabio e Andrea, per far una partita con la nuova playstation 5, ultimo acquisto di mio marito. Sono un po’ irritata perché mi mette a parte di queste cose sempre all’ultimo momento: mi desse almeno il tempo di organizzarmi. In fretta e furia, preparo qualcosa ed eccoli qui, comodi e pronti a sfidarsi con il nuovo gioco di guerra, che ha acquistato mio marito. Potrebbe stupire che, a 29 anni, giochi ancora con la Play, ma lui lo fa da sempre, assieme ai suoi tre inseparabili amici. Solo di recente, ha acquistato questo nuovo modello e perciò sono da noi, altrimenti l’avrebbero fatto una sera a casa di ciascuno. Sono a conoscenza che, anche se non le conosco, le mogli dei suoi amici mal sopportano queste serate passate con la Play; però, in cambio, anche esse possono poi andare, con il marito al seguito, a far shopping con loro, senza che il consorte abbia nulla da ridire, anzi si offre di portare gli eventuali pacchetti degli acquisti fatti. Sono ancora in cucina a preparare degli stuzzichini, che è poi quello che a loro fa piacere, e già li sento imprecare nelle varie fasi del gioco. Fa caldo, son tronata di corsa dal lavoro, giusto il tempo di una rinfrescante doccia veloce e mi son subito messa a preparare ciò che mi aveva chiesto; quando arrivo nel salone con dei popcorn e delle olive, qualche pizzetta e salutare sia mio marito che i suoi amici, mi rendo conto che il mio è un abbigliamento quanto mai succinto. In effetti indosso una vestaglietta molto sottile e totalmente trasparente. Mattia mi guarda e mi sorride sornione, senza che la cosa lo faccia innervosire, anzi, mi fa delle battute davvero spinte.
«Accidenti, ragazzi, la mia mogliettina questa sera è proprio provocante!»
I suoi amici squadrano, dalla testa ai piedi, le mie forme, contenti della splendida visione che offro loro. Io, dal canto mio, come ogni volta che ci sono loro, mi tiro in disparte in cucina, dove ho l’altro apparecchio televisivo e mi guardo qualche film, o me ne vado a letto. Li lascio al loro gioco, poi, quasi per caso, mi rendo conto che in sala è sceso uno strano silenzio. Poco dopo mi ritrovo Andrea che, con la banale scusa di bere, è venuto in cucina. I suoi passi sono cosi silenziosi, che non mi accorgo di lui, ma sento una mano che, dolcemente, mi carezza la natica sinistra e la voce di un uomo che mi sussurra all’orecchio una cosa che mi stupisce e, nello stesso tempo, mi manda fuori di testa.
«Accidenti! Speravo proprio di vincere io questa sera e mi son impegnato al massimo. Sai, da tempo, fra di noi giochiamo e chi perde è fuori, solo chi vince ha il diritto di cercare di scoparsi la moglie di chi ci ospita a casa sua. La prima volta, è stato proprio tuo marito a far questa proposta e lui stesso si è scopato mia moglie. Poi, ha vinto Nico e si è fatto quella di Andrea; la volta successiva è avvenuto il contrario, cioè lui si è scopato quella di Nico. Io speravo proprio di vincere questa sera, perché, quando ti incontriamo al supermercato assieme a Mattia, lui mi fa un sorrisetto quasi ironico, per essersi scopato mia moglie, mentre tu, con quel visino ingenuo, ma vestita e conciata come una gran puttana da strada, son certo che assecondi il gioco di tuo marito, che ci gode a metterti in mostra; di sicuro anche a te piace che gli uomini ti guardino, ti fissino e si costruiscano nella mente le peggiori porcate sul tuo corpo. Insomma hai piacere che gli si drizzi il cazzo al tuo passaggio e sapessi adesso quanto avrei voglia di scoparti.»
Dopo quest’ultima frase, Andrea mi preme ancor più forte sul culo e mi fa sentire la sua vibrante erezione, strusciandola sulla mia coscia. Mi sento eccitata e, nello stesso tempo, molto irritata per esser usata come un trofeo e, a mia insaputa, anche fatta “cornuta”.
«Ma tu pensi che io sia come tutte le altre? Chi ti dice che io sia disponibile? E poi, le altre, cosa hanno fatto quando ve le siete scambiate? Non credo che nessuna abbia avuto nulla da obiettare. E poi, voi dove eravate, mentre il vincitore, riscuoteva il suo premio?»
Lui mi sorride quasi ironico, mentre ora sento che mi sto eccitando nel sentire quella grossa verga premere contro il mio culo. Mi stupisce anche la sua risposta.
«Non ci crederai, ma ciascuno di noi aveva già fatto opera preventiva di convincimento con la propria consorte e, anche se con qualche titubanza, alla fine, ci sono state tutte, mentre noi eravamo in sala a continuare a giocare, come se nulla fosse successo in un’altra stanza. Aggiungo che tu, fra tutte, sei la più bella, la più provocante. Sei quello che ogni uomo sogna; una donna di classe, raffinata, intrigante, con modi garbati e, nel contempo, una gran troia, golosa di altri cazzi.»
Le sue parole mi lasciano stupita e orgogliosa. Qualsiasi donna vorrebbe sentirsi fare questi complimenti, dolci e forti allo stesso tempo. Mi rendo conto che, a differenza delle altre tre, mio marito non ha fatto molta opera di convincimento, anzi per niente e, adesso, decido di prendermi una piccola rivincita. Mi appoggia al mobile della cucina, ma io lo blocco.
«No! Non qui e non così: seguimi! Preferisco farlo come dico io, altrimenti non se ne fa nulla!»
Lo prendo per mano e ritorno in sala. Gli altri, per un attimo, restano in silenzio, mi guardano ed aspettano la mia reazione, che non tarda a venire.
«Se devo esser un trofeo da esibire e donare al vincitore, voglio esser esibita davanti a tutti! Dai, Andrea, fa vedere come mi scopi davanti ai tuoi amici ed a quel coglione di mio marito.»
Lui ha un attimo di esitazione, poi guarda verso Mattia che resta un po’ stupito, poi con un sorriso beffardo, mi si avventa letteralmente addosso. Ci mette un secondo a denudarmi e la sua lingua mi ricopre di bava tutto il corpo: accidenti, che foga!
«Finalmente! Ho atteso tanto questo momento ed avevo proprio voglia di chiavarti. Non mi aspettavo di farlo davanti a lui, ma questo non fa che aumentare la mia libidine ed il piacere di farlo. Ti voglio far impazzire!»
Non resto passiva, anzi mi metto subito all’opera; gli slaccio i pantaloni, mentre lui già geme, pensando a quello che la mia bocca gli regalerà fra poco. Apro la patta e vi infilo una mano dentro; mi trovo davanti una bella mazza, già dura, abbastanza lunga e di notevole spessore. È un bel cazzo, come non è ho visti tanti, di cosi belli. È pulito, profumato e, dopo averlo ammirato per un po’, lo lecco sulla cappella bella rossa e lucida, per poi affondarlo tutto in bocca, fino alle palle. Lui adesso geme senza ritengo.
«Sì, che bocca! Accidenti, che gola profonda! Che troia succhiacazzi è tua moglie! Dai, così, mi fai impazzire!»
Mentre lo tengo in bocca, con lo sguardo spazio intorno e vedo che, adesso, tutti mi guardano e, sia Nico che Fabio, hanno il cazzo in mano. L’unico a guardarmi stupito e incredulo è mio marito. Mi sento un lago fra le cosce e ora lo voglio dentro, così mi sollevo, mi sposto di un passo e mi inginocchio sulla poltrona, davanti al divano, dove stanno tutti e tre; mi giro a guardare Andrea, che non esita e mi si mette dietro, in piedi, con il cazzo in mano e me lo appoggia alla vagina fradicia di umori, che si dilata e lo lascia scorrere dentro, tutto fino in fondo.
Mi sento dilatare e riempire nello stesso tempo. Me lo spinge tutto dentro, fin in fondo, facendo aderire il suo corpo al mio; poi mi afferra per i fianchi ed inizia a pomparmi con un ritmo lento, ma assiduo. Esce quasi del tutto, per poi affondarlo ancora tutto dentro, facendo sbattere la punta sul fondo della mia vagina che, ad ogni colpo, mi trasmette una scarica di piacere tale da farmi godere all’istante. Sono sbattuta, chiavata e, intanto, Nico si è alzato per veder più da vicino; lo guardo, è in preda ad una libidine tremenda, senza controllo, lo faccio avvicinare dell’altro lato della poltrona e gli prendo il cazzo in mano. È una bella verga anche la sua e, dopo un momento che ne ho saggiato durezza e consistenza, lo porto alla bocca ed inizio a succhiarlo. Un grido di piacere esce dalla sua bocca, mentre io lo ingoio tutto.
«Caspita, che bocca bollente! Lei sì che sa succhiare un cazzo! Dai, così, che mi fai impazzire!»
Ora mi sento un pollo allo spiedo. Un cazzo dentro da dietro ed uno in bocca, che mi chiavano con un sincronismo perfetto
Ho un orgasmo che mi fa mugolare a bocca piena; chiudo gli occhi per non dimenticare questo momento ed imprimere nella mia mente queste sensazioni davvero particolari. Quando riapro gli occhi ho anche l’altro cazzo di fianco a me, pronto per esser succhiato. Quello di Fabio non ha nulla da invidiare agli altri. Lungo abbastanza, ben dritto e con la cappella molto rossa e grossa. Me la avvicina alla guancia ed io mi sfilo l’altro e la lecco, con il risultato che adesso anche lui mi fa i complimenti.
«Bravissima, così, dai, succhia! Accidenti che bocca! Che bocca, dai ingoia»
Intanto Andrea mi scopa sempre più forte ed avverto che non reggerà a lungo. Mi stantuffa e mi porta ad un ennesimo orgasmo, che grido a bocca piena.
«Sì, dai, così… dai, così… più forte! Più forte che vengo! Dai, vengo! Vengo!»
Mi sento scossa da un’ondata di piacere e mi rimetto il cazzo in gola; lo succhio come se non ci fosse un domani. Nico non può reggere al mio servizietto di bocca e mi regala la sua crema direttamente in gola.
«Dai, così, sborro! Cazzo, mi stai succhiando anche l’anima! Dai, sborro!»
Densi schizzi di crema prelibata mi inondano la bocca e la gola. Ingoio e pulisco tutto, poi mi giro e, mentre prendo quello di Fabio in bocca, Andrea mi sbatte con forza e mi scarica dentro un getto di sborra bollente, che percepisco inondarmi del tutto la vagina.
«Vengo! Cazzo, sborro pure io adesso! Tieni! Senti come te la farcisco!»
Lo sento scoparmi convulsamente, scosso dal piacere, poi si sfila, mentre io ricevo in gola quella di Fabio che, molto eccitato dal gioco, non ha retto molto. Li pulisco entrambi e poi, sfinita, me ne vado in bagno. Sento delle voci confuse, mentre, seduta sul bidet, mi lavo. Poco dopo, arriva Mattia e mi guarda in silenzio. Intuisco che se ne sono andati e lui non sembra trovare le parole per dirmi qualcosa. Faccio un bel respiro e poi mi alzo, mi avvicino a lui e scopro che ha il pacco durissimo. Mi guarda ed abbassa gli occhi. Io mi inginocchio davanti a lui, gli estraggo il cazzo e glielo prendo in bocca. Lo pompo sempre più forte, come una dannata, e lui non resiste molto; alla fine se ne viene nella mia bocca. Ingoio anche la sua crema, poi mi sollevo e lo bacio in bocca. Per un attimo cerca di sottrarsi, ma io gli tengo la testa bloccata fra le mani ed insisto finché accetta e ricambia il bacio. Dopo di che lo guardo negli occhi, lui mi sorride in cerca di una conferma, che arriva puntuale.
«Mi è piaciuto, lo voglio rifare e, se è possibile, anche con le mogli dei tuoi amici, quindi pensa ad organizzarle una serata di questo tipo, altrimenti, la prossima volta che vengono a giocare qui in casa, io esco e vado a scopare con il primo che passa.»
Ora mi guardo allo specchio, mentre sento suonare alla porta; sono i suoi amici, con le mogli: questa sera, chi sarà il trofeo da esibire?