Mi chiamo Luca, ho 32 anni, sono di media statura, occhi scuri e capelli neri. Il mio fisico è ben modellato dal mio stesso lavoro. Vivo nel centro Italia, sono sposato da sei anni con Silvia, mia coetanea. Alta come me, occhi chiari, una capigliatura bionda naturale e lunga, il seno, bello tondo, è di una terza taglia, un culo a mandolino e gambe affusolate, Abitiamo in una piccola villetta a schiera che, essendo la prima della fila, ha anche un piccolo giardino. Lavoro per un grande gruppo alimentare, sono capo magazziniere. Questo fa sì che spesso i miei orari sono molto flessibili, specie durante i periodi natalizi o pasquali, quando capita di ricevere anche due o tre tir di rifornimenti. Quella sera era una di queste; avevo lavorato fino alle due di notte, faceva molto freddo, stavo tornando a casa, quando, uscendo da una curva, la macchina mi parte, reagisco con rapido contro sterzo e la mia bassa velocità mi permette di fermarmi senza troppi problemi: è andata bene! C’era una pericolosa lastra di ghiaccio. Sto per ripartire, quando noto giù, nella scarpata, una vettura rovesciata di lato.
Giro i fari della mia vettura verso la macchia rovesciata e scendo a vedere; al suo interno vedo un uomo ed una donna di colore, che era al volante; entrambi sembrano svenuti, inequivocabile i segni di due testate sul vetro: quegli scemi non avevano indossato le cinture! Mi affretto a chiamare il 118 e, dopo poco li vedo arrivare, in compagnia di una pattuglia di Carabinieri, che cercavano di saper da me conoscessi la dinamica dell’incidente. Gli faccio solo un rapido resoconto dei fatti, lascio le mie generalità e, visto che se ne sarebbero occupati loro, decido di andare a dormire; per me la cosa era finita li. Circa due mesi dopo, alla fine di marzo, una domenica pomeriggio, mentre eravamo in casa intenti a guardare quali lavori fare al giardino in vista della primavera, abbiamo sentito suonare al campanello. Entrambi ci portiamo verso la porta e vedo due persone al cancello, sono di colore; chiedo cosa vogliano dal citofono.
«Mi scusi, cerco il signor Luca. Cerchiamo Luca, la persona cui dobbiamo la vita.»
Io realizzo al volo.
«Siamo quelli dell’incidente, sì, grazie ai Carabinieri, siamo riusciti a rintracciarla.»
Li invito ad entrare. Ci presentiamo: Luca e Silvia, lei si chiama Lucy e lui Bob. Sono due americani, lavorano per una casa farmaceutica americana e abitano in una cittadina non lontano da noi. Sono ricercatori; studiano una variante dell’anemia mediterranea. Sono arrivati da poco in Italia e la sera dell’incidente stavano tornando a casa da un giro dalle nostre parti, poi il casino. Mia moglie gli offre un caffè, ci sentiamo subito a nostro agio, sembra come se li conoscessimo da sempre. Ci informano che parlano abbastanza bene la nostra lingua, perché i loro padri erano marines all’ambasciata americana a Roma e le loro madri lavoravano alla base di Camp Derby in Toscana; anche lui è stato per cinque anni nei marines. Poi ha deciso, per amore di lei, di passare nel campo della ricerca, dove già lavorava lei. Gli chiedo come mai non indossavano le cinture di sicurezza e la risposta ci stupisce non poco.
«Nel nostro paese, le vetture, se le cinture non sono allacciate, non si avviano o fanno un gran baccano. Qui invece, ce le siamo dimenticate, perché avevamo anche un po’ esagerato con il vostro fantastico vino. Però abbiamo imparato la lezione!»
Ci mettiamo a ridere e, continuando a parlare, cresce di più la nostra empatia. Siamo passati quasi subito dal lei al tu, con estrema naturalezza e, nel frattempo si era fatta sera, Silvia li invita a fermarsi per cena. Loro fanno dapprima un po’ di complimenti, ma poi accettano.
Lei chiede a Silvia, di farle vedere cosa cucina.
«Mi piace molto la dieta mediterranea e voglio imparare la cucina italiana, che ci piace davvero tanto.»
Mentre le donne cucinano, noi ci occupiamo della tavola; Bob si complimenta per la bellezza della nostra casa.
«Avete una bella casa: è molto che ci vivete?»
«Sì, sono dieci anni, e tu?»
Lui mi racconta che hanno sempre vissuto nelle basi militari. Fin da piccoli, i loro genitori erano amici e commilitoni nello stesso reparto. Loro si conoscono da sempre, hanno la stessa età, niente figli e, per ora, va bene così. Ceniamo, poi loro ci dicono che devono tornare; hanno avuto piacere a fare la nostra conoscenza, cui rispondo che il piacere è reciproco; ci scambiamo i nostri cellulari e restiamo d’accordo di vederci dalle loro parti, appena possibile. Dopo le feste di Pasqua, riesco a liberarmi dal lavoro e, poiché sta esplodendo il caldo, decidiamo di andare una domenica al mare. Loro ci chiedono se abbiamo mai sentito parlare di una spiaggia in Toscana, dove si può fare del nudismo.
«Certo! Al parco di marina di Alberese: noi ci andiamo sempre.»
1Ci accordiamo per andarci una domenica assieme. Durante il viaggio, le donne, sedute dietro di noi, fanno un continuo parlare fra loro, con risatine e doppi sensi divertenti. Io e lui parliamo del mio paese e del loro desiderio di volerlo visitare per bene. Parcheggiata la vettura, ci incamminiamo lungo la spiaggia, fino a raggiungere una delle tante capannine, dove poggiamo le nostre cose: acqua e frutta. Le donne iniziano a spogliarsi, Bob rimane visibilmente affascinato dalla bellezza di Silvia che, per l’occasione, ha raccolto i suoi splendidi capelli biondi sulla nuca, in una coda di cavallo. Io pure non resto insensibile al fascino di Lucy: anche lei alta come Silvia, due cosce che sembrano scolpite, tanto sono belle e tette alte e tonde, che sembrano sfidare le leggi di gravità, capelli nerissimi e corti, che evidenziano i lineamenti del viso. Perdo volutamente tempo ed attendo che Bob si spogli. Lo fa mostrando un corpo, dove era evidente la formazione militare. Vita stretta a V, spalle larghe e muscoli ben in evidenza, poi, come vuole la regola della sua razza, un cazzo di notevoli dimensioni. Io mi spoglio con calma. Il mio fisico si è forgiato con anni di casse di alimentari scaricate; non sarò super come lui, ma mi difendo bene, poi Lucy ha uno sguardo ammirato quando vede il mio cazzo: non sarà lungo come quello di Bob (Silvia una volta lo volle misurare: circa 19 cm. ma con 8 di circonferenza) è sicuramente di tutto rispetto. Nelle due ore successive, ci ritroviamo circondati da singoli: ovvio, con due fiche come quelle che avevamo con noi? Le nostre donne si divertono a provocarli con evidente piacere, aprono e chiudono le gambe, mostrando ora la fica ora il culo. Poi dico a Bob, di seguirmi. Lui mi segue verso il mare, ma è preoccupato.
«Non sarà troppo rischioso, lasciarle da sole con tutti quei tipi intorno?»
Io rido e lo tranquillizzo.
«Non ti preoccupare; con Silvia lo abbiamo fatto altre volte, vedrai che quando si faranno troppo sotto, lei si tufferà in mare.»
Il gioco va avanti per un po’, poi le donne si alzano e s’immergono, raggiungendoci e ridendosela di gusto.
«Caspita che focosi questi italiani! Non credevo che bastasse così poco!»
Commenta Lucy. Ridiamo tutti e loro, ci buttano le braccia al collo e tutto torna normale, anche se, entrambi, siamo un po’ eccitati; torniamo a riva, le donne riprendono a provocare i maschi. Verso le 16:00, decidiamo di tornare, ma io propongo una deviazione e passiamo per Saturnia.
Restano letteralmente affascinati dal piacere del bagno a Saturnia; non vi restiamo molto, poi andiamo a cena in un ristorantino che conosco, lì vicino. Durante la cena progettiamo una vacanza per l’imminente ponte del 1° maggio. Loro si entusiasmano molto, quando propongo di andare all’Elba.
Non ci sono mai stati, pur avendone sentito molto parlare. Tornati a casa, quella sera, abbiamo scopato come matti: Silvia era eccitatissima. L’ho scopata con vigore e passione: le ho fatto provare tutti i brividi di piacere possibili. Si è pure fatta penetrare il culo, da quanto era infoiata. Merito del gioco sulla spiaggia con i maschi che si masturbavano per loro, merito del cazzo di Bob o, forse, solo merito del fatto che la cosa aveva fatto piacere a tutti e due. Dieci giorni dopo, un giovedì pomeriggio, passiamo a prenderli e via: rotta per Piombino. Le donne parlano fra loro, molti misteri. Si sono sentite spesso, hanno in mente qualcosa che io e Bob non riusciamo a capire, ma ci va bene così. Viaggiamo in grande allegria; arrivati a Porto Azzurro, provvediamo a prendere possesso del bungalow che ho prenotato. La sera decidiamo di andare a cena a Capoliveri, dove conosco un ristorante molto bello e si mangia davvero bene. Attendiamo le nostre signore che devono cambiarsi e, quando arrivano, lasciano me e lui a bocca aperta: accidenti che spettacolo! Lucy veste un bellissimo abito elasticizzato: un tubino bianco al ginocchio, che mette in risalto la sua pelle scura, mentre il seno viene esaltato da un’abbondante scollatura, che lo mette generosamente in mostra. Silvia non è certo da meno. Abito quasi uguale, ma nero, che mette in risalto la sua capigliatura biondo naturale, la sua terza di seno è evidenziata da una trasparenza nella parte alta dell’abito, che ha un effetto ‘vedo non vedo’ molto sexy; entrambe calzano sandali con tacchi da capogiro.
«Queste due vogliono uccidere tutta l’isola?»
Commento compiaciuto io. Bob le guarda e puntualizza:
«Forse non tutta l’isola, ma, al momento, ne hanno già ammazzati due!»
Ridiamo e via. Quando entriamo nel ristorante, attiriamo l’attenzione di tutti i maschi e l’invidia di tutte le donne presenti. Ci sediamo ad un tavolo, dove si vede fino a Punta Calamita. La cena è perfetta. Ci concediamo un goccio di troppo: il vino va giù che è una meraviglia. Quando usciamo, Silvia mi dice di andare in una spiaggetta lungo la penisola della Fetovaia. Arrivati sul posto, prendo la torcia e cominciamo a scendere verso il mare. Le donne si tolgono i trampoli e, arrivati giù al mare, troviamo un posticino deserto: non c’è la luna piena, ma la notte è rischiarata da un cielo stellato, il mare è calmo. Silvia propone di fare il bagno e comincia a spogliarsi, subito seguita da Lucy. In un attimo sono in acqua. Noi due le vediamo andare verso un piccolo scoglio che affiora più in là.
Poche bracciate e le raggiungiamo; il posto è stupendo. Le stelle ok. Io inizio a toccare mia moglie, lui bacia la sua, ma le donne ci mollano di colpo e, ridendo tornano verso riva. Un po’ delusi, le raggiungiamo; c’è una grossa pietra piatta, loro ci stanno sedute sopra. Mi avvicino a Silvia e comincio a baciarla. Lei non disdegna e cominciamo a toccarci, nudi noi vicino a loro, che già danno segni di una crescente eccitazione. Faccio distendere Silvia, mi abbasso e comincio a leccarle la fica. Geme. Al suo gemito fa eco quello di Lucy, che riceve lo stesso trattamento. Inginocchiati stiamo leccando le due donne che si voltano, si guardano e le loro mani si uniscono, mentre, nello stesso istante, una bellissima luna esce da dietro una nuvola, rischiarando la notte. Sollevo lo sguardo mentre continuo a leccare e mi accorgo che i visi delle ragazze ora sono vicinissimi; le mani di una accarezzano il seno dell’altra, si toccano, io resto stupito, non mi sarei mai aspettato di vedere Silvia accettare una carezza da una donna, poi si baciano e quasi vengo dal piacere nel rimirare la scena. Si baciano con passione, accarezzandosi sempre più. Sono così preso che quasi mi fermo ad ammirare lo spettacolo. È incredibile come in poco tempo stiano accadendo cose che mai avrei immaginato; osservo e resto fermo. Intanto Lucy sta scendendo in basso; ora è quasi giunta a leccare la fica di Silvia; io le lascio il posto. Bob la guarda e si mena il cazzo, quasi in attesa degli sviluppi. Le donne sono avvinghiate in un dolcissimo 69; io mi alzo in piedi, ho il cazzo durissimo, sono affascinato dal fatto che anche Silvia ora risponde alle stimolazioni di Lucy; ha infilato la testa fra le sue gambe e si è messa a leccare anche lei. Bob le guarda e si sega, senza perdere un solo attimo di quello che succede fra loro e poi, quasi si avventa su Lucy, le spalanca rapidamente le cosce e le infila dentro il cazzo, in un sol colpo. Io resto un momento immobile, stupito da tutta questa situazione, poi le mani di Silvia mi toccano ed io pure la giro e le metto il cazzo dentro. Cominciamo a scopare come matti, con impeto e le donne godono, urlano il loro piacere; Silvia si gira, si mette di traverso, ora succhia i seni a Lucy, lei gradisce e gode. Bob le dà dei colpi tremendi, che la scuotono tutta, poi, improvvisamente, esce da lei, si tiene il cazzo in mano e schizza sul corpo di Lucy e sul viso di Silvia, un fiume di sborra che la mia donna lecca e raccoglie. Poi si allunga appena un po’ ed ora lei ha preso in bocca il cazzo di Bob che, anche se ha sborrato, è sempre di buone dimensioni. Io mi sfilo da lei, Lucy si sposta, scenda dalla pietra e si inginocchia davanti a me.
«Dai, sborrami in bocca!»
Si infila tutto il mio palo fin in gola. È tremenda! Lo ingoia tutto e, con la lingua, continua a stimolarmi le palle; è fantastica, non resisto a lungo e, quando grido, lei non demorde: se lo infila ancor più in gola ed accoglie tutto il mio seme, senza perderne una goccia, me lo spreme, lo pulisce benissimo, continua a succhiarlo, mantenendomelo durissimo. Bob intanto ha rigirato Silvia, le ha fatto mettere i piedi a terra; lei è appoggiata alla pietra, lui le infila il cazzo da dietro e lei è in delirio. Lo incita a scoparla più forte. Resto basito. È la prima volta che vedo mia moglie impazzire così; anche se fra noi il sesso è sempre stato più che appagante, mi sembra che stia godendo ora, per la prima volta. Lucy si alza, mi stringe a sé e mi fa una insolita richiesta:
«Ti prego, inculami! Lui ce l’ha troppo grosso e, se prima non mi apre qualcuno, sento tanto dolore; il tuo è perfetto, dai, mettimelo nel culo!»
La vedo appoggiare le mani sulla pietra, girarsi ed offrirmi il culo. Resto affascinato da quel culo perfetto, tondo, sodo, lo bacio, le lecco il buchetto, lo lubrifico, sia con i suoi stessi umori vaginali, sia con la mia saliva che le infilo dentro con un dito, poi due, mentre lei geme.
«Dai, non resisto! Ti voglio!»
Mi chiede impaziente, io sputo sulla punta del mio cazzo e lo appoggio al suo buchetto, lei spinge il corpo all’indietro:
«Spingimelo dentro! Ti ho detto di sfondarmi il culo!»
Le afferro i fianchi e, con un solo durissimo colpo, le sfondo il culo. Lei urla e mi incita a continuare.
Metto in atto un brutale va e vieni, fatto di colpi che la scuotono tutta. Anche Bob mi incita.
«Dai, sfondale il culo! Spaccalo per bene, che poi ci passo anch’io!»
La cosa incredibile sta nel fatto che, mentre mi dice questo, sta scopando Silvia che, inerte, sembra svenuta: subisce i suoi durissimi colpi, si lascia sbattere il corpo come una bambola di pezza. Allora la inculo con forza, sento il piacere arrivarmi dentro, sto per sborrare e lei, che si rende conto di questo, mi invita a riempirle il culo.
«Dai, sborrami in culo! La voglio dentro!»
Le sue grida mi mandano via di testa, non resisto e le vengo in culo. Urlo il mio piacere e le spingo ancor più in profondità, il cazzo nel culo. Resto sfinito dentro di lei, sento il cazzo ammosciarsi, mi sfilo e vengo subito rimpiazzato da Bob, che le pianta il suo dentro, con un colpo tremendo. Guardo Silvia, inerte, è sdraiata sulla pietra. Il suo corpo è ancora scosso da brividi di piacere, io mi avvicino le tocco i seni, lei si gira, mi sorride.
«Amore, ti amo.»
Poi, con la bocca, si avvicina al mio cazzo, lo lecca, lo succhia in maniera stupenda; gli altri, intanto, stanno godendosi l’inculata. Lei urla di dolore e piacere, lui le sfonda il culo. La scena è decisamente erotica: Lucy riesce a spostarsi quel tanto che basta così da, insieme a Silvia, leccarmi il cazzo. Godo nel sentire le due lingue che mi massaggiano il cazzo; la loro azione congiunta mi fa impazzire; il cazzo mi torna di nuovo duro. Lucy mi incita a scopare il culo di mia moglie.
«Dai, falle il culo! Dai, così poi anche Bob le potrà entrare dentro. Se glielo apri prima tu, per lui sarà più facile e lei godrà molto di più!»
Mi abbasso, le lecco il culo, vedo la sua fica oscenamente dilatata. Sono eccitato da morire, poi la giro, le infilo con decisione il cazzo dentro. Lei geme per il mio penetrare cosi impetuoso; io me ne rendo conto e cerco di esser delicato, ma sono talmente infoiato che le spingo dentro il cazzo, senza troppi complimenti. Gode e, dopo un iniziale momento di dolore, ora gode, mi incita. Io sono una furia. La sbatto con forza.
«Tieni, vacca! Senti come ti dilato il culo? Poi sentirai lui!»
Lei ci sfida, ormai in preda ad un delirio senza più freni. Lucy si ferma, si gira, ora è Bob che si siede sulla pietra, lei resta a gambe aperte ed invita Silvia:
«Dai, avvicinati, leccami la fica! Dai, cagna!»
Silvia si sposta e le lambisce la fica stretta per la pressione che lui le fa, inculandola. Poi è Bob a guardarmi e farmi una richiesta che, al momento, mi sembra assurda.
«Infila il tuo cazzo dentro la fica di Lucy! Dai, che la facciamo morire; lei va pazza per le doppie»
Mi sfilo dal culo di Silvia ed entro dentro la fica di Lucy, non senza qualche difficoltà. Silvia ci osserva a bocca aperta.
«Ma…? Come fai a prenderli tutti e due?»
Lei la guarda, ma riesce solo ad urlare il suo piacere. Ora la scopiamo e inculiamo con forza. Lei non si appoggia a nulla, è sorretta dai nostri cazzi infilati dentro di lei. È sconvolta, gode a ripetizione, poi, stremata, ci chiede di smettere di scoparla.
«Basta, vi prego, non ne posso più! Sono sfinita!»
Io esco per primo, lui l’appoggia alla pietra, poi, insieme, prediamo Silvia. Lui all’inizio le lecca un po’ il culo, poi vi entra dentro lentamente, consapevole delle proprie dimensioni, ma lei non riesce a prenderlo.
«Piano! No, ti prego NO! È troppo grosso! NO, BASTA!»
Lui mi guarda, mi invita a far a cambio, ma oramai lei è troppo insicura.
«No! No … mi fa male!»
Io desisto. Le pianto il cazzo dentro la fica, lei si rilassa, la giro, la sollevo a gambe aperte. Lucy si abbassa e le lecca la fica da davanti, poi Bob appoggia il suo cazzo al mio; percepisco che entra lentamente dentro Silvia, assieme a me davanti. Lei ha la bocca spalancata, non riesce a proferir parola. Insieme ora la scopiamo in fica. Il movimento è lento, ma continuo, lei si è abbandonata con le spalle rivolte a me. Gode e quasi sviene dal tanto piacere provato! Sento che la sua fica si sta abituando alla presenza di due cazzi. Ora ci muoviamo più in fretta e, ad un tratto, dopo l’ennesimi suo grido di piacere, Bob accelera la pompata. Lei grida per l’ennesimo orgasmo e lui le viene dentro.
«Sborro! Silvia, ti vengo dentro!»
Sento la sua sborra schizzare dentro di lei, che quasi sviene; sono al limite pure io e mi svuoto dentro di lei. A fatica riusciamo a restare uniti, poi, lentamente, ci sciogliamo da quel perverso intreccio. Sono sfinito e loro non sono da meno. Guardo il mare e, fatti due passi, mi tuffo nell’acqua. Mi sento rigenerare, loro mi seguono: è tonificante. Silvia mi si avvicina: è sfinita, ma felice.
«Grazie, amore, è stato fantastico. Ne avevamo parlato io e Lucy, ma non ero sicura di riuscirci e nemmeno che potessi esser d’accordo. Grazie. Ti amo: sei il marito migliore del mondo!»
La stringo a me, la bacio. Anche loro sono abbracciati e si baciano. Tornati a riva, ci sediamo di nuovo sul masso piatto. Bob si complimenta con mia moglie.
«Sei grande, Silvia! Nemmeno Lucy è mai riuscita a prenderne due davanti!»
Andiamo a dormire; fino a mezzo giorno ed il resto della vacanza è un continuo scopare in tutte le posizioni e, pure Lucy, alla fine, è riuscita a prenderci entrambi davanti. Ha goduto così tanto che, alla fine, è svenuta, mentre Silvia è riuscita a prender nel culo il cazzo di Bob.
Da quel giorno siamo diventati inseparabili. Vacanze, fine settimana o semplici serate, sempre insieme, con scopate che, devo dire, ci sono sempre piaciute tantissimo.
Poi, dopo un anno, son tornati negli Stati Uniti; ci hanno invitato a passare il capodanno da loro. Li abbiamo raggiunti ed è stato bellissimo. Ci siamo ritrovati in un appartamento in un grattacielo di New York e la sorpresa è stata nel fatto che noi eravamo l’unica coppia di “bianchi” in mezzo a sei coppie di colore, ma devo dire che sia io che Silvia ce la siamo cavata alla grande.
La mia Silvia è stata molto apprezzata per la disinvoltura con cui accoglieva in fica due cazzi contemporaneamente, mentre io ho sfondato tutti i culi che mi si son presentarti davanti e, alla fine, abbiamo ricevuto complimenti da tutti. Ora aspettiamo che siano loro a venirci a trovare: gli stiamo preparando una sorpresa particolare.