Mi chiamo Adriano, ho 27 anni, un po’ basso di statura, occhi e capelli scuri, fisico normale, né grasso né magro. Da due anni, son fidanzato con Emma, una ragazza di media statura, bionda e con gli occhi chiari, un bel seno tondo ed un culetto a mandolino. Le cosce non sono troppo lunghe, ma lei ama calzare sempre scarpe con il tacco, come minimo 12. Sessualmente parlando è una bella porcellina. Le piace scopare, succhiare il mio cazzo di buone dimensioni ed anche prenderlo nel culo con molto piacere. Adora molto quando le vengo in bocca ed ingoia tranquillamente, oppure se le vengo addosso, specie sul seno o in faccia. Poi abbiamo deciso di finalmente convivere. Mentre organizzavamo il nostro nido d’amore, abbiamo avuto contatti con mobilieri, elettricisti e altri artigiani che hanno sempre indugiato a lungo sulle forme del suo corpo e questo ha provocato in noi il desiderio di realizzare qualche fantasia di un rapporto a tre. Ne stavamo parlando da un po’ di tempo, specie dopo che avevo visto con quanto piacere lei si era lasciata ammirare da quegli sconosciuti, che non hanno certo nascosto il desiderio che avevano di scoparla. Una sera, a letto, dopo aver fatto del buon sesso e lei aveva goduto a lungo, abbiamo affrontato l’argomento.
«Dobbiamo trovar qualcuno per un gioco a tre. Ci vuole una persona fidata e, soprattutto, discreta.»
Ho iniziato a far dei nomi, bocciandone alcuni ed approvandone altri, dando sempre più motivazioni non campate in aria. Però si finiva sempre con una frase che lasciava tutto in sospeso.
«Sarebbe bello e, un giorno, un ipotetico terzo lo troveremo, ma il gioco deve riguardare una femmina con due maschi.»
Naturalmente entrambi eravamo d’accordo sul fatto che l’ipotetico terzo non dovesse esser qualcuno di anonimo o sconosciuto, ma qualcuno che conoscevamo entrambi e di cui potessimo fidarci. Eravamo entrambi affascinarti e convinti di fare questo passo, ma senza fretta; insomma avevamo tracciato l’identikit fisico, mentale, sentimentale, del candidato ideale, quello che avremmo voluto ospitare nel nostro letto. Partendo dal presupposto che volevamo qualcuno che conoscessimo e non un estraneo, bisognava dunque trovare qualcuno di cui ci si potesse fidare ciecamente. Un soggetto che potesse, in primo luogo, esser interessato ad un’esperienza non proprio convenzionale, ma, soprattutto, che non rompesse comunque gli equilibri della coppia. Uno a cui non interessava il lato sentimentale, ma solo quello sessuale, insomma, qualcuno che fosse interessato e disponibile a farsi una scopata e basta.
In un primo momento abbiamo pensato a diversi nostri amici, ma poi, uno dopo l’altro, li abbiamo scartati quasi tutti, perché ognuno presentava qualche difetto che non ci dava serenità. Poi la svolta, quasi casuale. Lascio la mia vettura dal concessionario per il tagliando e la sera mi faccio venire a prendere da Emma al lavoro. Poiché il mio ufficio è posto in uno stabile che, al piano terra, ha molti negozi, lei, nell’attesa che io uscissi, aveva parcheggiato e si era messa a curiosare fra le vetrine. Indossava una bella mini nera, che le fasciava il suo bel culetto ed una camicetta di pizzo traforata, che la rendeva davvero attraente, molto bella, in quanto le modellava il seno in maniera stupenda. Ai piedi calzava dei sandali dal tacco 12, che le inarcavano il culo meravigliosamente. Esco in compagnia di Piero, un mio collega di 37 anni, divenuto un buon amico dopo anni passati insieme, non solo sul lavoro. Lui è quello che mi ha insegnato tantissime cose sul lavoro e, col tempo, la nostra amicizia si è consolidata anche fuori dal posto di lavoro. In più di una occasione, Emma aveva avuto modo di parlare con lui e, fra di loro, era sorto è un certo feeling. Piero, di recente, era solo perché la sua compagna/convivente, è stata mandata, dalla ditta per cui lavora, molto lontano ed avrebbe fatto ritorno solo ogni due mesi. Inoltre è un tipo tranquillo, ma pazzo per la fica, come me. Appena l’ha vista, le ha fatto dei complimenti e io, in quel momento, ho capito che era lui quello giusto.
«Emma! Sei uno splendore! Se mai lui ti dovesse trascurare, dimmelo che mi candido come sostituto!»
Un breve scambio di simpatiche battute e poi ci siamo salutati. Mentre tornavo verso casa con lei, ho fatto una riflessione nel mio intimo. Piero, candidato perfetto! Già legato sentimentalmente, quindi nessun rischio e poi fra noi si era creato un ottimo rapporto di fiducia e rispetto. Anche dopo una eventuale fine del gioco, ero sicuro che non ci avrebbe creato alcun problema e anche su questo mi sentivo molto fiducioso. Per sondare il terreno, nei giorni a seguire, intavolo con lui un bel dialogo, fatto di battute sul tipo: ‘mi scoperei quella, farei questo, mi piacerebbe fare quello, ecc. ecc.’
Ho continuato così per qualche giorno; nei vari discorsi fra noi, non sono mancati dei video porno, dove si vede una scopata a tre con due maschi, cosa che mi ha offerto l’occasione di sondare il terreno, scherzando sul fatto di un’ipotetica avventura a tre.
«Ma tu la faresti una cosa a tre, MfM, con la mia tipa o con la tua?»
Lui mi ha guardato e sorriso asserendo che, con le persone giuste, anche la sua donna si sarebbe prestata ad un gioco di quel tipo. Era ciò che volevo sentire, ora dovevo solo convincere Emma.
Come spesso ci capita fare, iniziamo a provocarci a vicenda, esponendo le nostre proposte riguardo alla ipotetica scopata che ci saremmo fatti a fine giornata. Forse, complice il buon vinello, che ci stava facendo compagnia durante il pranzo, sia io che Emma, eravamo un po’ sopra le righe e metto in campo il discorso sul gioco a tre.
«Quando sarà il caso di fare la famosa cosa a tre?»
Lei sorride quasi divertita.
«Appena hai trovato quello giusto.»
La guardo e le espongo la mia idea.
«Che ne dici di Piero?»
Lei mi guarda un po’ titubante. Obbietta subito che è un mio collega e questo, forse in futuro, si potrebbe ripercuotere sfavorevolmente sul mio lavoro.
«Ma poi, sei sicuro che ci starebbe a fare un gioco a tre con noi?»
Le ribadisco che è il candidato perfetto. Lei mi sembra pensierosa ed insiste con le domande.
«Ma sei sicuro? Ma, a te, non darebbe fastidio? Ma non è che poi fai casini? Non è sposato, mi sembra!»
Mi rendo conto che ho fatto breccia e quindi espongo le motivazioni per le quali sostengo che sarebbe un ottimo candidato e che lui ci starebbe. Lei mi guarda e, quasi in segno di sfida, mi dice che, se proprio mi va, posso procedere.
«Se hai il coraggio, per me va bene. Speriamo che tutto non si risolva in un casino!»
La guardo convinto e quindi insisto.
«Vuoi che glielo chieda? Se lui è libero, sarebbe possibile anche oggi stesso: questa sera andrebbe bene per te? Non è che poi ci ripensi?»
Lei annuisce e mi dà la sua completa disponibilità. Risaliti in auto mi ha guardato e, forse per testare la mia convinzione, mi ha provocato ancora.
«Voglio proprio vedere se non avrai fastidio a vedermi mentre faccio la troia con lui ed inizio a ciucciarglielo!»
Io le ho sorriso ed ho preso la sua mano; le ho fatto sentire quanto lo avevo duro al solo pensiero. Torno in ufficio e incontro Piero.
«Ciao, vorrei sapere se hai impegni questa sera?»
Lui mi guarda e mi dice che la sua compagna non torna che fra due settimane, quindi le sue serate sono tutte uguali: cena e poi a letto. Lo guardo e poi gli avanzo il mio invito.
«Allora stasera vieni a cena a casa mia. Ti aspettiamo alle 20:00: non tardare.»
Lui mi guarda un po’ perplesso, io gli sorrido e gli dico che sarà una sera da ricordare. Lui mi osserva, ma io non aggiungo altro. Quando arrivo a casa, trovo Emma che ha già preparato tutto. Mi lascia solo apparecchiare la tavola, mentre lei va a farsi una doccia veloce, per poi vestirsi per la serata. Mi sembra tranquilla, mentre io sono già molto eccitato. Puntuale alle 20.00 arriva Piero. Lei mi manda a riceverlo, mentre finisce di preparare. Mi parla dalla cucina e non ho avuto modo di vederla vestita. Quando lui entra con me in salotto e lei fa la sua comparsa, restiamo davvero sbalorditi: indossa un abitino lungo di seta nero, con spacco laterale e con una scollatura non troppo vistosa. Reggiseno di pizzo, perizoma anch’esso di pizzo nero, collant velati neri, trucco leggero, capelli mossi, scarpe con tacco 12.
La guardiamo estasiati; Piero, prima guarda lei, poi me ed infine le fa i complimenti.
«Sei davvero splendida! Se non sapessi che sei la sua donna, farei dei pensieri davvero sconci su di te!»
Lei mi guarda e poi, sorridendo, gli risponde.
«Bene! È esattamente quello che volevo: farti fare dei pensieri davvero sconci! Spero che non restino solo pensieri!»
Piero mi guarda e io annuisco. Ci mettiamo a tavola e lui sembra non avere occhi che per lei. Ben presto il vinello che annaffia la cena fa il suo effetto e i discorsi diventano sempre più incentrati sul sesso. Lui, ad un certo punto, mi fa una domanda molto precisa.
«Dunque, era questo che intendevi per una cosa a tre?»
Io non faccio in tempo a rispondere che Emma si alza, lo prende per mano e lo fa sedere sul divano. Mi guarda e poi mi parla con calma.
«Pensaci! Siamo ancora in tempo a fermarci. Se vado avanti, poi indietro non si torna.»
La guardo ed annuisco. Lei si gira verso di lui, lo guarda in faccia. Lui le sorride.
«Piero, sei sicuro che non ti creo problemi con la tua donna? Non voglio esser motivo di divergenze fra voi. È chiaro che adesso vorrei giocare con te e anche con lui che non aspetta altro, ma se ti crea problemi fermiamoci qui.»
Lui ci sorride, prende il cellullare e poi chiama la sua donna. Un attimo e siamo in collegamento in videochiamata.
«Amore, ecco la coppia di cui ti ho parlato.»
Gira lo schermo e vediamo la sua donna, che ci sorride, poi si rivolge ad Emma.
«Ciao, sono Claudia e vi ringrazio di tener compagnia al mio uomo. Fallo divertire, ma lasciane un po’ anche per me, perché, quando torno, avrò voglia sia di lui che di voi. Buona serata e divertitevi!»
Emma mi guarda e poi si inginocchia fra le gambe di Piero. Lui apre i pantaloni e sfodera subito un bel cazzo; è ben fornito, sia in lunghezza che circonferenza. Subito Emma lo prende in bocca e lo succhia, facendolo gemere di piacere.
«Accidenti, come succhia bene! Se scopa allo stesso modo, questa sera sarà davvero indimenticabile!»
Emma si scatena e lui, ad un certo punto, la ferma per non concludere subito. Io mi sistemo a masturbare Emma, che è già un lago fra le cosce. Sono troppo eccitato e mi avvicino alla sua bocca, mentre Piero la fa distendere per leccarle la fica. Vorrei sborrare nella sua bocca, ma lei mi blocca.
«No! Adesso mi guardi far la troia con lui e non sborri, altrimenti ti mando fuori di casa!»
La guardo sconvolto. Ho il cazzo che mi scoppia in mano e lei non mi permette nemmeno di segarmi. Impazzisco. Lui è bravo a leccarla e ben presto lei ha un violento orgasmo.
«Sì, dai, sei magnifico! Dai, che…dai, che vengo! VENGO!»
Ha un orgasmo che la scuote tutta. Lui si solleva e poi, senza nemmeno pensarci un attimo, si posiziona con il cazzo fra le pieghe della sua ostrica fradicia e, dopo averle sollevato una gamba, affonda dentro di lei. Lei spalanca la bocca e geme di piacere, subito, all’istante.
«Sì! Sì, così, fino in fondo! Scopami! Fagli vedere quanto e come sono troia!»
Lui mi guarda e poi inizia a scoparla con vigore. Lei gode ed urla di piacere. La scopa molto e a lungo, cambiando spesso posizione. Alla fine lei si ritrova in ginocchio, con lui che la sfonda da dietro. Lei gode e poi mi reclama vicino.
«Avvicinati, che adesso voglio anche il tuo in bocca!»
Mi metto davanti a lei che mi succhia a ritmo veloce il cazzo, mentre lui la chiava fino a sborrarle dentro, urlando il suo piacere.
«Sì, vengo! Adesso te la farcisco per bene questa fica da troia!»
Le scarica dentro una ingente quantità di sborra, mentre io le inondo la bocca. Emma non ne perde una goccia e poi mi costringe a baciarla. Rispondo a quel bacio che mi eccita come se non fossi venuto. Poi mi fa distendere e si impala su di me. Si gira, guarda Piero invitandolo a farle succhiare il cazzo ancora intriso del suo piacere e degli umori suoi. Lo lecca con dovizia e, quando è di nuovo duro, lo invita a scoparle il culo. Al solo sentirle avanzare quella proposta, mi fa quasi sborrare. Poi si distende su di me, mentre lui si posiziona dietro di lei; sento chiaramente che lentamente affonda nel suo culo. Lei resta immobile fin quando il corpo del nostro amico non tocca il suo e, solo allora, ci esorta entrambi a scoparla forte.
«Sì, maiali, sfondatemi! Voglio sentirvi entrambi dentro, fino in fondo!»
Non ci facciamo pregare! La scopiamo bene e a lungo, finché, dopo un suo ennesimo orgasmo, ci svuotiamo dentro di lei. Sfiniti, restiamo distesi sul divano. Piero ci guarda e poi parla ad entrambi.
«Sono contento che abbiate deciso di provare questa esperienza. Con Claudia abbiamo fantasticato spesso su di voi e, quando lui mi ha accennato ad una possibile esperienza a tre, non mi sembrava vero. Adesso aspetto solo che torni Claudia per giocare tutti e quattro insieme. Intanto, però, vorrei ripetere questo gioco ogni volta che vi va.»
Emma mi ha guardato e poi ha sorriso.
«Certo che giocheremo ancora! Adesso che ho capito quanto si gode, lo rifaremo ogni volta che ne ho voglia, quindi, mio caro cornutello, preparati a vedermi godere con lui molto spesso.»
La guardo un po’ stupito.
«Quasi non ci credo: e pensare che non voleva! Era così titubante ed ora, invece, sembra non volersi fermare più!»
Lei si gira, mi bacia e poi sorride divertita.
«Te l’avevo chiesto prima di cominciare, se ne eri convinto e lo volevi per davvero. Ero sicura che mi sarei divertita, quindi, adesso di che ti lamenti?»
La guardo soddisfatto. Non mi lamento per nulla; penso solo che adesso è davvero diventata una gran troia!