Così mi ha disinibita.
Mi chiamo Anna, ho quarantanove anni, anzi, fra due mesi, cinquanta e sono sposata con Carlo, che ne ha due più di me. Sono alta 1,70, capelli biondo naturale, occhi azzurri, fisico slanciato, seno di una buona terza misura, un culo a mio avviso non troppo bello, ma che rappresenta il culmine di gambe lunghe e ben tornite, bocca normale con labbra non troppo sensuali. Sono, a mio giudizio, una donna come tante. Lavoro in un istituto scolastico, come vice direttore. Nel mio ambiente di lavoro, siamo solo quattro donne ed i restanti nove elementi sono uomini di varie età, dal preside che è il più anziano, sfiora i sessanta, al docente più giovane, che ne ha trentotto. Fra noi c’è una certa armonia, anche se, a volte, bisogna proprio aver tanta pazienza con i maschi, che sembra aver nella testa solo una cosa: il sesso! Io non sono affatto un tipo provocante, né tanto meno una che cerca di farsi notare. Ho un buon rapporto con mio marito, con cui vivo serenamente. Abbiamo un figlio che, dopo la laurea in ingegneria elettronica, vive e lavora in un’altra città. Carlo è il classico marito, alto un po’ più di me, moro, anche se cominciano a vedersi i primi capelli bianchi, occhi scuri, con un po’ di pancetta, ed è sempre allegro e solare: sa mettere tutti a loro agio, in ogni situazione. Lavora come impiegato comunale e non sono sempre stata sicura della sua fedeltà: a volte ho preferito lasciar perdere per non creare dissapori all’interno della coppia. Sessualmente parlando è un porco, che ha trovato in me scarsa complicità in quanto poco propensa a fantasie strane. Quando l’ho conosciuto, venivo da alcuni amori giovanili di scarsa importanza e, per me, lui è stato il primo ed unico vero amore. A letto lui vorrebbe tanto di più, ma io sono molto retriva ed indecisa su cosa concedergli, specie se si parla di sesso anale, che non ho mai voluto provare. Anche con il rapporto orale non do il massimo: lo prendo in bocca e lo succhio un po’, poi, quando lui viene, lo sputo sempre. Capisco che la mia scarsa collaborazione possa averlo portato a cercar donne più troie e, su questo, non ho mai voluto indagare più di tanto. Con l’avvicinarsi delle vacanze estive, Carlo mi ha chiesto di cambiare la destinazione dove trascorrere due settimane di assoluto riposo. Generalmente andiamo sempre in riviera ed optiamo per la pensione completa. Io distesa al sole e lui che passeggia e parla con i vicini di ombrellone. Dopo quattro ore di nave ci siamo ritrovati in Corsica. Fin da subito mi è piaciuta l’idea di visitare questa terra, di cui avevo sentito parlare, ma, appena arrivata su una spiaggia, ho capito il motivo per cui lui l’ha scelta.
Il 90% delle donne distese al sole erano nude ed il restante erano in topless.
«Carlo, dove siamo capitati? Non penserai che io mi metta nuda?!»
Lui mi sorride e, dopo aver piantato l’ombrellone e fatta distendere su di un telo, mi si avvicina e mi bacia sul collo.
«Tranquilla, qui a nessuno importa se sei nuda o vestita, nessuno ti osserva e, in più, siamo così lontani da casa, che, quand’anche fossi nuda, nessuno sa chi sei.»
È questo che mi sussurra dietro la nuca, dandomi bacetti sul collo, ben sapendo che, quando fa così, mi riduce a non negargli quasi nulla. Mi fa distendere a pancia in giù, mi spalma la crema sul corpo e, con un gesto rapido, mi sgancia il reggiseno. Provo ad obiettare, ma lui, con fare calmo e sereno, mi convince a lasciarmi andare. Dopo aver indugiato a lungo anche sulle mie natiche, facendo scomparire il costume nel solco dei glutei, mi fa rigirare. Cerco di coprirmi i seni, ma lui, con estrema delicatezza, mi convince a lasciarli liberi. Mi distendo ed inforco i miei occhiali da sole, giusto per celare un certo imbarazzo che sto provando. Lui continua a spalmar la crema e, quando lo fa sui seni, il gesto diventa un vero e proprio palpeggio, che alla fine mi eccita ed i miei capezzoli gonfi e duri lo dimostrano platealmente. Scivola verso il basso e, alla fine, dopo una mia breve e inutile resistenza, mi sfila anche gli slip. Sono nuda! Subito mi sento avvampare le guance. Mi vorrei rigirare e ma lui, con fare deciso, mi costringe a restare supina. Avverto una strana sensazione di eccitazione nel restar nuda in mezzo alla gente che, apparentemente, non si cura di me, né di noi. Devo ammettere che le sue parole mi hanno instillato dentro una strana sensazione, un certo desiderio di capire se ancora riesco da attirare l’attenzione di maschi sconosciuti, perfetti estranei che non mi conoscono e non già le solite persone con cui ho rapporti di lavoro e da cui ho sempre ricevuto complimenti e, spesso, anche proposte non troppo velate. Osservo, attraverso gli occhiali scuri, le persone intorno e vedo gente rilassata, distratta, che pensa solo al proprio benessere e questo mi tranquillizza e rilassa abbastanza. Dopo un po’, Carlo si alza e va a far il bagno. Mi invita a seguirlo, ma io, per l’imbarazzo che provo, non accetto e resto sola, mentre osservo lui che, allontanandosi, guarda le femmine distese al sole. Sento una punta di gelosia e mi metto a guardare tutt’intorno, per analizzare i vari maschi nei pressi della mia postazione. Tre sono decisamente da scartare “a priori”, ma due mi sembrano dei magnifici esemplari di maschio. Uno in particolare, mi sta osservando in maniera alquanto eloquente e con una certa insistenza. Si trova a poca distanza da me. Lo osservo meglio e noto che è già in erezione, la cosa mi stupisce e, nello stesso tempo, mi eccita. Mi sento osservata ed i suoi gesti, lenti e precisi, mi indicano che si sta toccando per me e la cosa mi esalta ad un punto tale che divarico appena le gambe e mostro parte della mia micetta, con il suo triangolino di pelo perfettamente curato. Non amo depilarmi totalmente, perché questo genera dei problemi e si rischia di contrarre verruche, cosa capitata ad una mia collega più giovane, che ne ha sofferto molto. Lui percepisce lo scopo del mio movimento e, allora, accentua ulteriormente la masturbazione, evidenziando un sesso decisamente lungo ed anche bello grosso. Fingo indifferenza, mentre, in realtà, mi sto eccitando moltissimo. Il ritorno di Carlo interrompe per un momento il suo muover la mano sul sesso, che, adesso, è un vero e proprio palo di carne, ben teso ed eretto. Il gioco non è sfuggito a mio marito che, con un sorriso sornione, si siede vicino a me e mi accarezza i seni. Il suo gesto non sfugge a quel maschio, che riprende subito a masturbarsi in maniera palese.
«Come vedi risulti ancora esser un bel bocconcino, molto appetibile, che suscita interesse.»
Lo guardo incuriosita, cercando di capire dove vorrebbe andar a parare, e lui, con il sorriso di chi la sa lunga, mi sfiora il sesso. Lo fermo e lo guardo contrariata.
«Adesso non esageriamo! Non vorrai offrire uno spettacolo davanti a tutti.»
Lui continua a sorridere e scuote il capo.
«Davanti a tutti no, ma se fossimo soli, o quasi, accetteresti di giocare con me?»
Lo guardo sorpresa e, nello stesso tempo, incuriosita.
«Cosa intendi per giocare? Non vorrai far sesso davanti a sconosciuti?»
Lui mi bacia sul capezzolo destro e mi sorride compiaciuto.
«Sarebbe una cosa tanto terribile? Non credi che darebbe una bella scossa al nostro rapporto, che, da un po’ di tempo, è entrato nella “routine”. Sono certo che non ti farebbe male un poco di autostima: prender atto che riesci ancora ad eccitare un maschio, mi è sembrato che non ti è dispiaciuto, quindi, se lui ci osservasse mentre ti scopo, non credo che gli dispiacerebbe tanto.»
Lo guardo, senza rispondere. Mi rendo conto che questa sarà una vacanza molto diversa dalle solite. In fondo è da un po’ di tempo che, mentre facciamo sesso, lui mi parla di certe sue fantasie che coinvolgono altre persone e, in particolare, un maschio ben dotato, non diverso dal nostro vicino, che adesso si sega molto lentamente, cercando di capire se può interessarmi. Per essere un bel maschio lo è, eccome! Mi chiedo se mai riuscirei a far sesso con lui e questo mi mette una certa ansia addosso, che cerco di nascondere dietro gli occhiali. Passiamo buona parte della giornata distesi al sole e, quando vado a fare il bagno, mi sento molto osservata e, stranamente, la cosa mi eccita. In acqua, Carlo mi accarezza e mi fa raggiungere un orgasmo che mi sconvolge, perché tutto accade sotto gli sguardi di tanta gente e la cosa mi ha eccitato tantissimo. Mentre mi distendo di nuovo al sole, vedo il nostro vicino che mi fa un cenno di saluto con il capo, e Carlo, che lo ha notato, gli si avvicina e si mettono a chiacchierare a bassa voce. Poco dopo lo invita sotto il nostro ombrellone, anche perché sono le 14:00 ed il sole picchia forte. Si chiama Luca e, fatte le presentazioni, Carlo, per meglio conoscerlo, lo invita ad illustrarci i posti che val la pena di visitare nei paraggi.
«Ci sono molti posti dove prendere il sole in santa pace: qui è bello, ma troppo affollato; se volete, domani vi posso accompagnare in una spiaggetta che, per arrivarci si deve percorrere un sentiero un po’ lungo, ma, alla fine, il posto ripaga del sacrificio.»
Luca ci racconta che abita in una città vicina alla nostra. Scapolo, ha trentasette anni e lavora in una banca come impiegato. Si rivela da subito una persona molto simpatica, educata, cortese e attenta nei miei confronti. Immediatamente si stabilisce un certo feeling tra noi quando il discorso cade sul sesso. Fra una risata e una battuta anche un po’ osé, la situazione si fa incandescente e io avverto forte il suo sguardo su di me, accompagnato da quello compiaciuto di mio marito. Allora decido che andrò di nuovo a far il bagno. Carlo declina l’invito e Luca si offre di accompagnarmi. Ci incamminiamo in silenzio verso la battigia e una volta dentro l’acqua, lui mi si avvicina e, insieme, nuotiamo verso il grande scoglio che emerge, appena poco distante dalla riva. Lì giunti, ci appoggiamo alla roccia e, quando un’onda mi fa perdere la presa, è lui che mi afferra deciso e mi ritrovo fra le sue braccia, girata di schiena: è quello il momento in cui avverto nel solco delle natiche il suo palo perfettamente in tiro. Resto un attimo immobile, ma poi mi allontano. Sentire quel contatto mi ha provocato un certo imbarazzo: sembrava come se lo avessi cercato. Dentro di me sono fortemente combattuta: una parte di me vorrebbe goderselo, ma la parte più pudica e razionale, non mi permette di lasciami andare. Quando torno a distendermi al sole, vedo lo sguardo d’intesa che si scambiano mio marito e Luca. Passiamo il resto del pomeriggio a crogiolarci al sole e, al tramonto, mi rendo conto che siamo rimasti da soli sulla spiaggia. Carlo si guarda intorno e poi, lentamente, si avvicina a me. Sento le sue mani sul mio corpo, mentre Luca ci osserva in silenzio, con il suo membro ben in tiro: sembra stia aspettando il momento giusto per interagire con noi, mentre io, al contrario, sono molto tesa, come se fossi stritolata in una situazione che non mi fa rilassare, anzi, mi innervosisce. Carlo mi accarezza e mi vuole baciare, ma quando io mi giro e rifiuto le sue labbra, lui rimane immobile, un po’ stupito, mentre Luca interviene prontamente, avendo di certo capito il mio disagio.
«Perché non torniamo a casa, ci facciamo una bella doccia e andiamo a mangiare il pesce in un bel posto che conosco?»
Carlo lo guarda e capisce che non è il caso di insistere. Insieme ci incamminiamo verso le rispettive case e, quando siamo in camera, lui mi stringe a sé e mi bacia con dolcezza.
«Scusami se ho esagerato in spiaggia, credevo che ti saresti lasciata andare. Va bene così, sono solo stupito dal tuo rifiuto. Dopo un pomeriggio di provocazioni, ero certo che avresti approfittato a goderti il momento. Ti amo e non voglio forzarti a far nulla che non ti va.»
Lo guardo e mi rendo conto che sono nella confusione più totale. Ho voglia di godere, ma non son sicura di esser pronta a quello che vuole lui. Mi stringe a sé e, sotto la doccia, quando mi passa le mani sul collo e sulla schiena, non resisto al desiderio di sentirlo dentro di me. Mi giro, apro le gambe e lui mi penetra con decisione. Lo sento entrare tutto, fino in fondo, e godo subito. Mi stringe a sé. Mi spinge contro la parete della doccia e mi chiava con colpi decisamente forti. Vengo, ma continuo ad assecondarlo, andando incontro al suo corpo con il movimento del bacino; lui mi afferra per i fianchi e mi sbatte come un tappeto. Godo e lo incito a scoparmi, sempre più forte.
«Dai… sei … meraviglioso … ancora.»
Lo sento pomparmi sempre più forte, poi, improvvisamente, resta immobile dentro di me ed esplode in un orgasmo travolgente. Viene e mi inonda il ventre di seme bollente, che sento schizzare in profondità. Mi bacia con passione ed impeto. Sento il suo corpo tremare e stringersi a me, che impazzisco per il piacere che provo. Mi guarda compiaciuto e poi, mentre ci asciughiamo, mi sorride divertito.
«Sono piacevolmente compiaciuto di sentirti veramente calda e vogliosa. Credo che in parte sia merito di una giornata diversa dal solito e anche del fatto che, oltre me, un altro maschio ha mostrato di desiderarti.»
Lo guardo e sorrido, annuendo al suo discorso che trovo perfettamente corretto.
«Non mi stupirei se, alla fine di questa vacanza, tu riuscissi a chiavare con lui e me insieme.»
Lo guardo scuotendo la testa, lui ride sostenendo che non è il caso di porre limiti alla provvidenza. La sera prosegue con Luca che ci porta in un bel posticino, dove, fra un piatto e l’altro, sono in due che mi coprono di complimenti ed attenzioni, mentre io non riesco a liberarmi dal ritegno che mi assilla e, quando la serata volge al termine, vedo come un velo di delusione nei loro occhi, convinti che avrei accettato di finire il gioco in camera con loro. Luca ci saluta e ci dà appuntamento per il giorno dopo, per andare in spiaggia. A letto, quella sera, Carlo lascia che sia io a parlare ed a chiarirgli che ancora non mi sento libera e che deve aver pazienza. Forse lo dico più a me che a lui. Dentro di me ho una grande incertezza: ho paura di sperimentare un gioco nuovo, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero. Paura di scoprire che il nostro rapporto è cambiato, che potrebbe piacermi e, forse, intaccare l’amore che ho per lui o, che diavolo ne so, ho solo paura! Ho solo incertezza e molta confusione in testa. Il giorno dopo, percorriamo un tratto di strada bianca e poi, giunti in un piccolo parcheggio, lasciamo la vettura e ci incamminiamo per circa venti minuti su un sentiero appena accennato e giungiamo ad una piccola spiaggia di sabbia bianca e finissima, tipo Caraibi. In tutto sarà una striscia di una cinquantina di metri di spiaggia, chiusa fra due enormi costoni di roccia. Anche davanti, nel mare, presenta una corona di rocce che ne impediscono l’accesso, quindi, per raggiungerla, si deve per forza percorrere quel sentiero. Non c’è nessuno e, piantato l’ombrellone e stesi i nostri teli, ci esponiamo al sole. Luca, con la complicità di Carlo, mi spalma la crema sulle spalle e poi, lentamente, copre tutto il mio corpo, fino ad indugiare fra il solco delle natiche, senza forzare; poi scende in basso, fin alle caviglie. Per tutto il tempo che ho sentito le sue mani su di me, il mio corpo si è, gradualmente, rilassato e, quando mi chiede di girami supina, onde procedere allo stesso trattamento anche sul davanti, non oppongo resistenza. Le sue mani scorrono libere su di me e mi provocano un lento e graduale rilassamento, che mi porta, lentamente, ma inesorabilmente, a sentirmi a mio agio. Comincio a godere sotto il tocco di quel lieve spalmare che, ora, è diventato un vero e proprio massaggio erotico, anche senza mai portare le mani sul sesso, ma indugiando molto sui seni ed accarezzando le cosce e tutto il resto del corpo. Sento dentro di me un languore che si sta trasformando in un piacere sottile e molto intenso, ma instillato con pacatezza e delicatezza. Sento che mi sto bagnando e quasi spero che le sue dita si intrufolino dentro il mio corpo; istintivamente schiudo un po’ le gambe, quasi ad invitarlo, mentre Carlo ci osserva e si masturba piano il cazzo, ora diventato duro e teso. Mi sono quasi spinta a prender la mano di Luca per metterla sulla fica, che ora reclama il suo piacere, quando dal sentiero sentiamo provenire delle voci; poco dopo, sopraggiunge una coppia, con due ragazzine molto piccole: avranno al massino una decina di anni. Il sopraggiungere di due minori, ci fa subito desistere dal continuare il gioco. La coppia ci fa un cenno di saluto e si sistema un po’ più distante da noi. Lui è un bel maschio sulla quarantina, alto e ben piantato, non grasso e con una dotazione che, a riposo, sembra ben messa, lei, nonostante le due gravidanze, sfoggia un fisico da sincera invidia. Ventre piatto e seno bello tondo, avrà al massino trentacinque anni, capelli biondi e corti, labbra carnose e mani con dita lunghe e sottili. Ci osservano un attimo, poi si distendono al sole e si mettono a leggere, quasi ignorandoci. Per scaricare la tensione erotica che ho accumulato con le carezze di Luca, mi alzo e percorro il bagnasciuga, dove le due ragazzine stanno raccogliendo conchiglie. Le guardo e devo riconoscere che son belle come la madre. Gioco un poco con loro, le porgo delle conchiglie e sento che non parlano la nostra lingua, poi, alle mie spalle, si materializza la madre. Ci rivolgiamo un breve sguardo, lei mi sorride e poi va verso il mare ed io, quasi senza un reale motivo, la seguo e ci mettiamo a nuotare dirette alla corona di scogli, fin quando non arriviamo dove la scogliera è più piatta. Un attimo di respiro, lei si avvicina e si presenta.
«Piacere di conoscerla, mi chiamo Helen, sono olandese, ma ho vissuto per tre anni in Italia e mi dispiace di aver interrotto il vostro gioco.»
Mentre parla, guarda, come me, verso la riva, dove ora i nostri uomini sono in piedi e si stanno parlando.
«Piacere, mi chiamo Anna e non si preoccupi più di tanto; non ha interrotto nulla che non si possa riprendere.»
Lei mi sorride e continua a parlare.
«Adoro questo posto, ci veniamo tutti gli anni, è qui che abbiamo concepito le nostre figlie. Vieni che ti faccio vedere una cosa unica.»
Riprende a nuotare verso la grande scogliera che sta poco distante e, arrivata nelle vicinanze, mi fa cenno di immergermi. Prendo una bella boccata d’aria e mi immergo con lei, che mi prende per mano e, appena sotto la superficie, si apre una grande caverna invisibile da fuori e poi subito riemergiamo: lì dentro ci si presenta uno spettacolo indescrivibile. Ci troviamo dentro una grotta appena sotto il pelo dell’acqua ed il sole, che dalla superficie la illumina, fa un effetto quasi simile alla Grotta Azzurra di Capri, solo che qui il colore è di un verde smeraldo bellissimo. Nuotiamo fino ad una lastra di granito appena sul pelo dell’acqua e mi giro per ammirare lo spettacolo che è così bello da togliere il fiato. Seduta con lei vicino che mi guarda, con un gesto lento, mi scosta i capelli bagnati dal viso. Il suo gesto è una carezza dolcissima, che mi lascia alquanto stupita, per poi vedere le sue labbra avvicinarsi alle mie. Sento il suo respiro così vicino che, quando mi bacia, mi sembra di non aver più il mio. Mi bacia con tantissima dolcezza, sento uno strano languore scorrere dentro di me: non ho mai vissuto un’esperienza simile, ma non mi dà alcun fastidio. Non mi sento né tesa, né preoccupata, e nemmeno in imbarazzo; mi sembra come se avessi atteso da sempre di vivere questa emozione. Le sue mani scorrono sul mio corpo. Mi accarezza dolcemente, poi mi fa distendere e, lentamente, scorre su di me. Le sue labbra ora si impossessano dei miei capezzoli, li succhiano e mordono, procurandomi un piacere sconvolgente, che assaporo da immobile e passiva. Sento scorrere liberamente il piacere dal corpo al cervello e poi scendere libero fra le mucose del mio sesso, che si sta bagnando oltremodo. Quando la sua bocca raggiunge il mio monte di Venere, tendo il mio corpo alla disperata ricerca della sua bocca. Mi apre le gambe, si tuffa fra le pieghe della mia carne bollente, che desidera solo sentire la sua bocca. Mi lecca, affondando la sua lingua come un serpente dentro il mio corpo, che reagisce con poderosi fremiti. Godo e gemo in un lungo grido liberatorio; è come se avessi atteso questo momento per sentirmi viva, libera ed appagata. Mi sento come se avessi ricevuto una fortissima scarica di corrente. Tremo e cado in preda a convulsioni che scuotono tutto il mio corpo, per poi, di colpo, restare immobile, svuotata nella mente e nel corpo. Ho avuto un orgasmo sconvolgente che mi ha fatto venire, godere, fino allo stremo delle forze. Le sue mani, adesso, si insinuano dentro di me, allora sollevo la bocca e mi trovo con le labbra sulla sua fica, appena coperta da una leggerissima, e quasi invisibile, peluria bionda e, nonostante, la mia totale inesperienza, mi metto a leccare e succhiare il suo clitoride, in modo da restituire almeno un po’ del piacere ricevuto. Lei abbassa un poco il proprio corpo e sento che asseconda le mie leccate con un movimento lieve ma dolce, abbandonandosi ai fremiti che le provoca il contatto della mia bocca; si muove in maniera da accogliere il piacere che si merita. Mi scopa con due dita piantate dentro di me. Sbatte con il palmo della mano contro il mio bottoncino gonfio e teso e mi fa venire di nuovo. Godo e intensifico la mia leccata per farla godere insieme a me. All’improvviso sento il suo corpo che si tende, viene insieme a me, che sono travolta da un nuovo orgasmo. I nostri corpi vibrano, scossi dal piacere. Poi, lentamente, lei si rigira e le nostre bocche si incontrano, mentre ci guardiamo con occhi estatici di languido piacere. È un attimo e siamo di nuovo avvinghiate in un abbraccio: le labbra si cercano e, quando si trovano, si uniscono in un bacio carico di passione. Sento la sua lingua entrare nella mia bocca e cercare la mia, con cui intreccia una danza erotica che ci travolge nella passione che proviamo. Un bacio lungo, erotico e carico di trasporto che, quando finisce, sembra come se da sempre avessimo desiderato farlo. Scivoliamo di nuovo nell’acqua ed usciamo fuori. Appena riemerse, la luce del sole è quasi un fastidio rispetto alla penombra della caverna. Giunte a riva, usciamo mano nella mano e vedo lo sguardo stupito di mio marito e Luca, che sorridono contenti. Hanno spostato gli ombrelloni vicino alla scogliera ed io e lei ci mettiamo sedute con le spalle rivolte alla roccia, mentre i tre maschi si siedono quasi in ginocchio, a semicerchio, con le spalle rivolte verso il mare. Ci osservano e lei, che è con la spalla appoggiata alla mia, mette una mano sulla mia coscia e, lentamente, mi accarezza, mentre io resto immobile, con gli occhi appena socchiusi, quasi a godere di quel momento. I maschi si stanno eccitando. Mi è chiaro, dal leggero spiraglio tra gli occhi socchiusi, che il gioco, iniziato dentro la grotta, ora si sta replicando qui fuori, ma ci sono le ragazzine che giocano sul bagnasciuga e che, sicuramente, non ci permetteranno di poter fare grandi cose, anche se vedo il marito di Helen, di nome Franz, che, adesso, ha una bella erezione al pari degli altri, e mi osserva con curiosità, quasi a voler capire se, e dove, può spingersi. La mano di lei è scivolata fra le mie gambe, che ho appena divaricato, e anche la mia mano, adesso, scorre sullo spacco umido, avvertendo che l’eccitazione sta prendendo una piega molto piacevole. Con un’occhiata d’intesa con Helen, Franz si alza, va verso il mare e porta entrambe le figlie a far il bagno. Resto un attimo sorpresa, ma non ho il tempo di reagire, che il piacere adesso è aumentato per l’aggiunta della mano di Luca che si è insinuata fra le mie gambe e, poco dopo, si distende e sento la sua lingua che mi lecca e si insinua fra le pieghe della mia micetta bagnata. Anche mio marito si distende e, dopo uno sguardo verso il mare, dove gli altri sono spariti in direzione della scogliera, si tuffa con la bocca sulla fica di Helen, che gradisce il gesto e subito divarica ancora più le gambe, per meglio facilitare il servizietto che lui le sta donando. Sono stupita e, nello stesso tempo, avverto uno strano senso di calore: mi sembra di arrossire, e non mi sento a mio agio. Non capisco cosa mi stia prendendo, ma a veder mio marito a far godere un’altra donna, scatena in me un senso di rabbia, un misto di gelosia e furore. Capisco che è stupido, stiamo giocando, eppure mi fa ingelosire e, quasi con impeto rabbioso, mi sporgo in avanti e prendo il cazzo di Luca in bocca. Non lo succhio, né lo lecco, lo tengo solo in bocca, quasi con rabbia, poi di scatto mi alzo e vado verso il mare, lasciandoli basiti a guardarmi. Carlo si solleva di scatto e mi raggiunge, cingendomi da dietro ai fianchi, mi bacia sul collo. La sua voce è pacata e dolce.
«Tranquilla, piccola. Va tutto bene. Sta calma, credevo che ti piacesse e non mi ero reso conto che poteva ingelosirti quello che facevo all’altra. Tranquilla, non è successo nulla e va tutto bene.»
Ho gli occhi pieni di lacrime. Mi sto dando della cretina, stupida, e solo la dolcezza delle parole del mio uomo mi fanno tornare sui miei passi. Quando mi siedo di nuovo fra loro, Helen mi bacia e mi sussurra che va tutto bene; anche lei, la prima volta che ha visto Franz con una altra donna, ha sentito uno strano dolore al petto ed ha reagito anche peggio di me: si è alzata ed è andata via, lasciandoli tutti attoniti. Le sue mani mi accarezzano lentamente in modo da farmi riprendere la serenità smarrita. Restiamo un poco in silenzio, fin quando si odono le voci delle ragazzine che escono dal mare, seguite dal padre e vengono a mettersi sui teli, distese accanto a noi. Helen e Franz si scambiano una breve occhiata e, con un cenno del capo, si scambiano un tacito messaggio: adesso è lui che ci invita visitare la caverna sottomarina. Carlo e Luca si mettono subito in piedi vicino a lui, mentre lei mi guarda sorridendo e mi invita a seguirli, onde godermi il momento. Comprendo per bene le sue parole. In breve ci troviamo tutti e quattro a nuotare verso la scogliera, dove Franz ci mostra una sporgenza, indicando il punto esatto dove immergerci per accedere alla grotta. Un attimo dopo riemergiamo dentro quella meraviglia, che è ancor più brillante a causa del sole a picco. Io e Franz ci dirigiamo subito verso lo scoglio piatto in fondo, mentre Carlo e Luca restano un attimo ad ammirare la bellezza del luogo, poi ci raggiungono e si siedono vicino a me. Carlo si è seduto dietro di me, mi abbraccia da dietro ed afferra i miei seni, mentre mi bacia alla base del collo.
«Amore, lasciati andare e vedrai che sarà bellissimo.»
Mentre mi massaggia i seni, io, istintivamente, socchiudo le cosce e subito Luca ci si infila in mezzo e la sua lingua prende a scorrere lungo lo spacco della mia ostrica, rinnovandomi l’eccitazione che avevo prima. Anche Franz si dà da fare: in piedi, vicino a me, avvicina la sua verga alla mia bocca. In un attimo, mi trovo stimolata fra le cosce, vellicata sul seno da mio marito e, ora, ho questa splendida verga da succhiare. Faccio un profondo respiro e mi lascio andare. Sono travolta dal momento. Ho un orgasmo così intenso che, quando urlo il mio piacere, la voce viene amplificata dalla grotta. Luca, dopo avermi fatto godere, si inginocchia fra le mie cosce e, con un affondo deciso ma lento e dolce, spinge la sua verga tutta dentro di me. Mi sento subito riempire e dilatare e, nello stesso tempo, aumento il risucchio al cazzo che ho in bocca. Dopo aver affondato questo palo di carne dentro di me, Luca si muove con un ritmo più sostenuto e il piacere totale travolge il mio corpo.
«Continua, ti prego! Mi fai impazzire! Vengo!»
Sono scossa da un orgasmo intenso e Luca mi abbraccia, mentre sto ancora godendo; poi si sdraia sotto di me ed io mi ritrovo impalata su di lui. Sento ancora il piacere scorrere lungo il mio corpo, quando avverto la presenza di un altro membro che preme fra le mie natiche. Mi volto e vedo Franz che, con la complicità di Carlo, si appresta a violare il mio culo. Mio marito tiene le mie natiche aperte, mentre l’altro, dopo aver fatto colare un po’ di saliva lungo il solco, appoggia la sua verga contro la mia rosellina e, stranamente, resto passiva, accettando questa ulteriore penetrazione che, sicuramente, mi squasserà. Sento del fastidio quando lui mi penetra e anche Luca si rende conto che sono a disagio, per questo inarca un po’ le gambe e comincia a sbattermi dal basso. Il piacere che provo nel sentire il suo cazzo scorrere dentro di me, allevia il fastidio che provo per l’altro nel culo. Carlo si abbassa, mi guarda negli occhi e mi bacia con passione.
«Amore, sei meravigliosa! Godi, non aver riserve, assapora appieno il momento che stai vivendo.»
Franz si sincronizza con Luca e, insieme, ora mi pompano in maniera intensa e profonda. Sono scossa da un nuovo orgasmo, ancora più forte del precedente al punto da stordirmi. Carlo mi osserva e, quando vede che il piacere riduce il mio viso ad una maschera, avvicina il suo cazzo alla mia bocca.
«Dai, amore! Succhia anche il mio cazzo! Ti voglio piena, riempita in ogni buco, perché desidero che provi il massimo del piacere!»
Non capisco più nulla. Sono stordita dal piacere e, nello stesso tempo, vengo scossa da un’insolita frenesia erotica, che mi spinge a provare cose mai fatte. Mi lascio sbattere da questi tre maschi che mi fanno impazzire di piacere ed urlo e godo fin quando, stremata, crollo sdraiata sul petto di Luca. Carlo fa un gesto agli altri due e, in un attimo, mi ritrovo sdraiata a terra, con loro tre intorno che si segano velocemente e, all’improvviso, il mio corpo viene ricoperto da copiose sborrate. Quando l’ultima goccia è uscita da quei membri poderosi, a turno, ciascuno me lo presenta alla bocca per farselo pulire. Sorridono tutti e tre, compiaciuti, mentre io sono ancora stordita dal piacere provato. Luca e Franz si tuffano verso l’uscita della caverna, mentre Carlo resta abbracciato a me.
«Amore mio dolcissimo, mi hai finalmente regalato un’emozione bellissima che desideravo vivere da tempo. Vederti fra le braccia di questi due maschi, mi ha fatto impazzire di gelosia e di piacere. Non so spiegarti quale delle due è stata più forte, ma ti assicuro che è stata un’esperienza assolutamente stupenda.»
Lo guardo mentre mi stringe e mi abbraccia ancora ricoperta del seme che mi hanno schizzato addosso, poi mi bacia e, quando ci stacchiamo, lo guardo dritto negli occhi.
«Anche per me è stata una cosa sconvolgente. Ho provato una profonda gelosia nel vederti fra le braccia dell’altra e non sono certa che sia una cosa che vorrò ancora vedere. Diversamente, mi son sentita molto coinvolta nel saggiare questa esperienza, durante la quale ho provato sensazioni molto contrastanti. Era bello esser al centro delle attenzioni di più maschi e, nello stesso tempo, ho provato un senso di disagio nel farlo davanti a te. Spero di riuscire a capire se desidero ancora provare queste sensazioni, oppure sia un’esperienza che deve finir qui.»
Lui mi abbraccia, mi bacia e mi dice che, qualunque sia la mia decisione, sarà sempre al mio fianco. Torniamo sulla spiaggia e passiamo il resto della giornata insieme agli altri. Anche durante la vacanza siamo stati ancora insieme ed abbiamo di nuovo fatto sesso tutti insieme e, di nuovo, ho provato quella forte gelosia nel vedere mio marito fra le braccia dell’altra, mentre vedevo lui gioire nel vedermi scopata da altri maschi. Tornati alla vita di tutti i giorni, non ho più voluto ripetere questa esperienza, anche se, dentro di me, mi sento inorgoglita nel vedermi desiderata da altri uomini e, poiché amo mio marito, sono certa che, prima o poi, accetterò di nuovo a farmi stringere fra le braccia di altri, sotto il suo sguardo incantato.