Mi chiamo Anna, ho 27 anni, sono alta 1.70, mora, capelli a caschetto, occhi neri, bocca ampia, labbra carnose ed un bel seno di una terza piena. Fisicamente sono longilinea, ventre piatto, bel culo alto e sodo, cosce lunghe e snelle. Da cinque anni, lavoro come impiegata in una ditta molto importante e, fra le regole che ci ha imposto la direzione, vi è quella di non intessere relazioni con i colleghi. Poi, un anno fa, mi hanno trasferito in un nuovo ufficio con un incarico molto prestigioso. Mi son trovata in coppia con Mario, un bel maschio di 36 anni, sposato. Alto, biondo, dal fisico ben curato e, nonostante le restrizioni, fin da subito ha cominciato a corteggiarmi, prima discretamente, poi sempre più apertamente. Fra noi è cominciato un vero e proprio gioco della seduzione. Io lo provocavo e lui che, reso impotente dall’osservanza del regolamento, soffriva ogni giorno di più. Naturalmente anche lui ci andava giù pesante, nel confessarmi di come mi avrebbe lasciata “sofferente” e come mi avrebbe “scopata, lasciandomi senza respiro”, ma, nel contempo, temeva per davvero che una notte con me, avrebbe potuto rovinarlo personalmente e professionalmente. Il rischio era notevole per entrambi, ma per lui molto di più, in quanto, da poco promosso, rivestiva la posizione di quadro dirigente. Alla fine sono stata proprio io a convincerlo a venire da me per un weekend, mentre sua moglie era fuori città. Lo avevo cotto a puntino.
«Ti devo avere! Cazzo, non ce la faccio più! Devo per forza entrarti dentro.»
Il venerdì, mentre andavo via dal lavoro, gli ho proposto di venirmi a trovare a casa, alle 19:00, lasciandogli l’indirizzo: intimamente contavo le ore fino al suo arrivo. Ho pianificato ad arte nella mia mente, tutte le cose che gli avrei fatto quella sera. L’ho accolto alla porta, quella sera, con il mio miglior top nero ed una gonnellina pari colore, tacchi alti ed autoreggenti, come gli avevo fatto immaginare più volte, inventando un eventuale incontro con lui ed ho subito notato che il suo cazzo si era drizzato al massimo ancora chiuso nei pantaloni
«Ben venuto, accomodati!»
L’ho portato in salotto, giusto per bere assieme un bicchiere di vino. Abbiamo fatto un paio di sorsate, parlando del più e del meno, ma non ha indugiato molto a ficcarmi la lingua in bocca, mentre mi accarezzava i capelli. Mi sentivo così bene nel sentire le sue mani addosso, che quasi dimenticavo che questa era la nostra prima volta insieme.
Mi aveva descritto così tante volte come mi avrebbe accarezzato, toccato e fatto eccitare, che, adesso, nel provare certe sensazioni, mi sembrava troppo naturale, ovvio ed intimo; ero molto rilassata e pronta a godere con lui. Sapeva tutto di me, gli avevo parlato a lungo di me. Gli avevo raccontato della mia adolescenza. Di come avevo scoperto il sesso ed il piacere che provavo nel farlo con dolcezza ed intensità. Nel mio gioco di seduzione., gli avevo descritto tutti i dettagli della mia vita sessuale, tutte le cose che adoravo mi fossero fatte, insomma gli avevo rivelato la mia vera natura di troia a letto. Spesso mi chiedevo come fosse il suo matrimonio: ero convinta che gli mancasse qualcosa. Adesso, però, mentre mi tirava a sé e continuava a baciarmi, l’ho guardato negli occhi con curiosità.
«Allora, ti trovi a tuo agio qui con me? Hai abbandonato fuori dalla porta tutte quelle regole che limitano tanto i nostri desideri?»
Avevo a lungo immaginato questo momento e volevo che anche lui si sentisse a suo agio. Non volevo che lui potesse pentirsi per avermi chiavato, perché sapevo che quell’amplesso avrebbe, di certo, cambiato i nostri rapporti. Rinvolsi uno sguardo penetrante nei suoi occhi e percepii tutto quello che avevo bisogno di sapere, ma che lui tenne comunque a precisare.
«Sono consapevole che ci stiamo imbarcando in qualcosa di folle, ma, se usiamo il cervello lì fuori, qui dentro possiamo far tutto quello che vogliamo. Qui siamo io e te, fuori io sono il tuo dirigente e ti striglio, anche se non ce ne sarebbe motivo. Chiaro?»
Ho annuito, mi sono appoggiata a lui e l’ho baciato con passione, mentre gli sbottonavo la camicia con una mano. Ho fatto scorrere le mie dita sul suo petto, per, infine, sbottonargli i pantaloni. Riuscivo a percepire la dimensione ed il calore del suo membro al massimo dell’erezione, mentre vi passavo sopra la mia mano nel tirargli giù i pantaloni. Ho sempre avuto la sensazione che fosse molto dotato, ma ora, finalmente, avrei avuto la conferma e, spero, anche il piacere di accoglierlo dentro. Ero già un lago ed anche cosi in ansia di sentire quel cazzo dentro di me, che ho fatto in modo di prolungare il piacere il più possibile. Lui era in trepida attesa di vedere come mi sarei comportata nel realizzare quel desiderio a lungo represso, che sapeva avrei voluto durasse per sempre; per qualche motivo, volevo qualcosa di più di una semplice oscena chiavata con lui.
«Rilassati e lasciami fare.»
Adesso, con una mano nei suoi pantaloni, ho iniziato a carezzargli il cazzo, sfiorandolo con le unghie, ed ho sentito qualcosa di gran lunga grossa e dura.
Ho impugnato la sua verga e le dita non riuscivano a cingerlo completamente, tanto era grosso. La bellissima sensazione di tenerlo in mano, mi ha fatto bagnare ancor di più. Era così caldo e duro, che ho desiderato prenderlo subito in bocca. Ho finito di spogliarlo e poi mi sono inginocchiata davanti alle sue gambe; ho estratto la sua dotazione decisamente bella, lunga oltre la media e grossa; molto grossa, con una bella magnifica cappella rossa, lucida. Ho preso a leccarglielo piano, dalla punta alla base. Lui ha preso a gemere dolcemente, mentre si abbandonava indietro ad occhi socchiusi.
«Sì, brava, così! Sei magnifica! Dai: mi fa impazzire esser leccato.»
Io, molto lentamente, gli ho preso il cazzo in bocca, dapprima solo la punta, poi, pian piano, quasi fin in fondo. Quella verga era decisamente enorme e, a mala pena, riuscivo ad ingoiarla tutta, ma volevo che lui capisse che aveva a che fare con una troia davvero speciale, perché così volevo apparire in quel momento per lui: la sua troia! Ho tenuto la verga a lungo infilata in bocca e lui ha preso a gemere di piacere, elogiando il mio pompino.
«Sì, bravissima! Cazzo, sei stupenda! Quella stronza di mia moglie riesce appena a metterselo fra le labbra! Dai, ingoialo tutto, che mi fa impazzire!»
Sentirgli dire queste cose, mi ha fatto quasi venire all’istante. Continuavo a scivolare, su e giù, sul suo cazzo, mentre con una mano, adesso, gli carezzavo le palle grosse e, sicuramente, piene di crema, che anelavo bere in gran quantità. Ho intensificato la suzione per farlo sborrare e lui ha cercato di resistermi, ma io avevo troppa voglia di bere il suo piacere di maschio.
«No, dai, così mi fai schizzare subito! Cazzo, sei tremenda! Mi fai sborrare! No! Cazzo, vengo!»
Ho serrato le labbra sul glande e mi son fatta una fantastica bevuta di crema dolcissima, mentre lui letteralmente impazziva fra le mie labbra.
«Sei fantastica! Mi fa impazzire sborrare in bocca ad una donna! Quella zoccola di mia moglie non me lo ha mai fatto un bocchino con l’ingoio, nemmeno a pagamento!»
Sono venuta con lui! Ho avuto un orgasmo che ho mugolato a bocca piena. L’ho leccato e succhiato facendolo restare bello duro e lui mi ha fatto alzare e L’ho portato in camera da letto e mi ha disteso a cosce aperte; mi ha strappato via il perizoma, per poi infilare la sua lingua nella mia ostrica assurdamente piena di umori. Ha presso a leccarmi in maniera divina ed io ho avuto un nuovo repentino orgasmo.
«Sì, dai, sei meraviglioso! Oddio, mi fai già venire! Dai, che vengo! Sì, ora!»
Ho serrato le cosce, imprigionando fra esse la sua testa, mentre la sua lingua proseguiva a percorrere, in lungo e in largo, la mia fica. Era sconvolgente! Di cazzi ne ho presi ed anche tanti, ma sentirmi leccare così, non mi era mai capitato. Mi ha latto godere da pazzi, poi mi ha spogliato nuda e si è disteso supino, mi ha trascinato su di sé, ed io mi sono impalata su quella verga maestosa, che mi ha riempito fin dentro l’anima.
Ho chiuso gli occhi, focalizzando ogni mia sensazione sulla pienezza che avvertivo nel ventre, poi ho iniziato ad oscillare avanti/indietro, con lui che, sollevate le mani, ha afferrato i seni e me li strizzava, impastava, provocandomi altre dolcissime sensazioni. Era sconvolgente! Ho iniziato a godere senza più rendermi conto di quanto: un orgasmo finiva ed un altro iniziava. Si stava davvero concretizzando il nostro desiderio: una chiavata bellissima, senza fine! Dopo aver goduto fino allo stremo, mi sono spalmata sul suo petto. Lui mi ha accarezzato a lungo, poi si è sfilato da me e mi si è messo affianco. L’ho guardato e gli ho sorriso. Questa era la sua notte; voleva essere lui ad avere il controllo della situazione, realizzando tutte le fantasie che aveva ipotizzato in questi ultimi mesi. Sapeva bene che gli avrei consentito di far cose che, con sua moglie, non avrebbe mai potuto; perciò mi son messa in ginocchio, voltandogli le spalle.
Era l’invito più sconvolgente che si aspettava da me: gli stavo offrendo il culo, nella piena consapevolezza che sua moglie non l’avrebbe mai fatto.
«Brava! Adesso ti sfondo il culo! L’ho talmente desiderato, che quasi non mi sembra vero! Questo tuo meraviglioso culetto mi ha sempre fatto impazzire !»
Io l’ho guardato e, con movenze da maliarda consumata, l’ho invitato a goderselo.
«Sì, lo so che lo vuoi, porco! Ho notato quante volte ti sei eccitato ad immaginare di mettermelo nel culo! Sono certa che quella puttana di tua moglie non te lo dà, quindi, dai, sfonda il mio e fammi godere anche di culo!»
Lui, però, da porco consumato, ha indugiato ancora un po’. Si è inginocchiato dietro di me, afferrandomi i seni e baciandomi la nuca con tutta la passione possibile, provocandomi ulteriori gemiti di piacere, poi, ha allungato una mano davanti, in basso, fino ad arrivare alla mia ostrica: ha preso a titillare il mio clitoride. Non poteva non sentire quanto mi bagnavo ancora ad ogni suo tocco e, alla fine, sono stata costretta ad implorarlo.
«Porco, scopami! Dai, mettilo dove vuoi, ma scopami! Ti voglio dentro!»
Bruciavo dal desiderio e lui mi ha infilato la sua grossa verga da dietro, nella fica, procurandomi un fremito di piacere lungo tutto il corpo.
Per un po’ mi ha stantuffato la vagina fradicia di umori e poi, dopo averlo inzuppato per bene, me lo ha appoggiato allo sfintere. Io, impaziente, ho dato una spinta all’indietro, facendomelo penetrare completamente nel culo. L’ho sentito entrare e dilatarmi meravigliosamente.
«Sì, così, porco, sfondami! Cazzo, come sei grosso e duro: mi fa impazzire sentirlo tutto dentro nel culo! Dai, ancora più a fondo!»
Mi ha penetrato il culo con due affondi molto decisi. Poi mi ha afferrato per i fianchi e mi pompato come un folle. Sentivo il suo corpo, sbattere contro il mio e mi sentivo devastata per il piacere che provavo. A sua volta anch’egli era sconvolto: godeva da matti a sfondare il mio culo.
«Sei una gran troia rotta in culo! Cazzo è meraviglioso sfondarti il culo! Bellissimo! Te lo spacco tutto!»
Mi ha pompato il culo a lungo. Ha portato di nuovo una mano sul mio bottoncino e mi masturbava, mentre mi chiavava con un impeto selvaggio.
Ho allungato una mano, portando le mie dita sulle sue, per poi spingerle dentro di me, implorandolo di non smettere.
«Sì, cosi, devastami tutta! Sei meraviglioso! Dai, che vengo ancora! Dai, fammi impazzire!»
Lui non si è risparmiato: io godevo come non mai, mentre il suo cazzo, che ora sembrava ancor più grosso, mi dilatava esageratamente; intanto continuava a scoparmi con spinte poderose e profonde. Ero di nuovo all’apice del piacere; il suo ritmo accelerava ad ogni affondo, mentre io gli andavo incontro, spingendo il culo all’indietro, contro di lui. Gridavo, ogni volta che tirava fuori il cazzo quasi del tutto, solo per poi sbattermelo di nuovo dentro, strappandomi un grido di piacere ad ogni infilata. Continuò a scoparmi il culo senza pietà, fino a sentire quel bellissimo membro pronto ad esplodere nel profondo del mio, ormai più che dilatato, culetto. Ho desiderato averlo di nuovo in bocca, per gustarmi il sapore della sua crema.
«Dai, sborrami dove vuoi, ma sappi che ne voglio parte anche in bocca! Ti prego, fammi bere ancora il tuo piacere.»
Lui mi ha dato altre spinte molto vigorose, poi, con un grugnito da vero maiale, mi ha riversato nel culo uno schizzo bollente di sperma.
«Sì, così, dai sborrami in culo! E’ bellissimo!»
Un attimo dopo l’ho sentito sfilarsi ed una strana sezione di vuoto mi ha sorpreso, poi mi ha fatto girare e mi ha schizzato il resto del suo carico appiccicoso, su faccia e collo, ricoprendomi tutta di sperma bollente. Famelica, gli ho divorato le ultime gocce del suo dolce liquido, mentre me ne spalmavo il resto su tutto il corpo.
Con uno sguardo da maliarda, l’ho indotto a leccarmi la fica irrorata del suo sperma, poi ho preso a massaggiargli il cazzo, ormai moscio, facendolo scorrere sulle mie tette, rese appiccicose dal suo piacere. Dopo di che l’ho baciato ed egli ha risposto con passione, limonando con me che avevo ancora la bocca ricolma dei suoi umori.
Soddisfatto, mi ha guardato, esprimendo tutto il suo compiacimento.
«Sei una troia meravigliosa! Sei esattamente come avevo immaginato. Ribadisco quello che ti ho detto prima: in ufficio sarai oggetto di bei cazziatoni, ma, qui dentro, sarai tu a dominare, se mi vorrai ancora.»
Gli ho fatto fare una vigorosa doccia, per non lasciare residui o odori che avrebbero potuto compromettere il suo matrimonio, poi l’ho lasciato andare, ben consapevole che era solo la nostra prima volta e che, di sicuro, ce ne sarebbero state molte altre, in futuro.
Nell’accompagnarlo alla porta, gli ho fatto capire che ho apprezzato ogni minuto passato con lui e, dopo sei mesi, lui ha divorziato e, adesso, siamo una coppia fissa, pronti a darci tutto il piacere possibile, senza remore o timori. Lui mi ha detto che, finalmente, aveva trovato la donna della sua vita e che, per nessuna ragione al mondo, se la sarebbe lasciata sfuggire.